Per completare e garantire l'impresa di appropriazione, il mondo del plusvalore deve presentarsi a chi lo abita come l'intero dell'esistente e del possibile: non solo come il più potente e desiderabile dei mondi già esistenti, ma come il solo mondo immaginabile. Non basta quindi eliminare l'alterità che già esiste, bisogna anche bloccare il motore che la produce e che - generando biforcazioni, desideri, intuizioni, resistenze - porta i viventi a sperimentare nuovi modi di relazione, a co-divenire, a radicarsi nella loro storia singolare e nei loro luoghi propri: a produrre molteplicità, insomma. Perché ciò smetta di avvenire, la moderna reductio ad unum deve applicarsi anche ai margini dell'esistente, nelle lande incerte del preindividuale, dell'inattuale, dell'imprevedibile. Questa condizione propriamente totalitaria è stata raggiunta sbarrando l'accesso autonomo - dei singoli e delle collettività - all'immaginario, al rischio e alle possibilità che vi s'incontrano. Devono tacere terre, mari, montagne e cieli; sparire ninfe, lari, penati e spiriti dei morti; farsi macchine gli animali e le piante; farsi insignificanti i sogni; diventare impraticabili l'estasi mistica, l'innamoramento, le forme altre di esperienza, la trance; dev'essere rimossa la morte, resa insensata la malattia, mercificata la gioia e meccanizzata la depressione perché il plusvalore e il progetto psicotico di dominio universale possano avere corso. Il silenzio del mondo porta due vantaggi: permette di asservire e sfigurare senza remore tutto ciò che esiste; e, persuadendo gli umani che nulla esiste oltre al già noto, li deruba della possibilità di far esistere altro. Il miglior trucco del diavolo, diceva Baudelaire, è averci convinto della sua inesistenza. Nel momento stesso in cui, segretamente, li impiega nella fantasmagoria della merce e nella stregoneria del denaro, la modernità scaccia incanto, magia e immaginario dai loro luoghi propri: dalle pieghe del quotidiano, dall'ozio, dalla notte, dai boschi. La sua gestione è affidata al marketing, all'industria "culturale", ai professionisti di Hollywood e Netflix, esperti nel produrre il giusto dosaggio di romanticismo e richiamo all'ordine, estrattivisti incaricati di catturare la nostra aspirazione ad altro per piegarla al conformismo sociale, in modo che l'immaginario non possa mai diventare forza di trasformazione.
Stefania Consigliere da "Materialismo magico Magia e rivoluzione"
Deriveapprodi edit. - 2023