Solo noi, arrotolati i vostri tre anni
di guerra
in un cartoccio di minaccevole tromba,
cantiamo e gridiamo, cantiamo e
gridiamo,
ubriachi del fascino di quella
certezza,
che il Governo del Globo Terrestre
già esiste:
siamo Noi.
Solo noi abbiamo calcato sulle nostre
fronti
il serto selvatico di Governanti del
Globo Terrestre,
inesorabili nella nostra abbronzata
ferocia,
saliti sul masso del diritto di
conquista,
alzando il vessillo del tempo,
noi – vasai che cociamo le umide
argille dell’umanità
nelle brocche e nei bricchi del tempo,
noi – promotori della caccia alle
anime
urliamo in canuti corni marittimi,
chiamiamo a raccolta gli umani armenti
–
Evoè! Chi è con noi?
Chi ci è amico e compagno?
Evoè! Chi ci segue?
Così noi balliamo, pastori degli
uomini e
Dell’umanità, sonando il piffero.
Evoè! Chi è più grande?
Evoè! Chi è più avanti?
Solo noi saliti sul masso
di noi stessi e dei nostri nomi,
fra un mare di vostre maligne pupille,
solcate dalla fame dei patiboli
e contorte dall’estremo orrore,
sulla risacca dell’urlo umano
vogliamo che ci si apostrofi e d’ora
in poi ci si onori
Presidenti del Globo Terrestre.
Che sfacciati – diranno certuni,
no, sono santi, obbietteranno degli
altri.
Ma noi sorrideremo come dei,
additando con la mano il Sole.
Trascinatelo ad un guinzaglio per cani,
impiccatelo alle parole
“ Libertà ”, “ Fratellanza ”,
“ Uguaglianza “,
processatelo al vostro tribunale di
sguattere,
perché sulle soglie
d’una molto ridente primavera
ci ha ispirati questi bei pensieri,
queste parole e ci ha dato
questi sguardi sdegnosi.
Il colpevole è Lui.
Noi non facciamo che adempiere il
bisbiglio solare,
quando verso di voi erompiamo come
capimandatari dei suoi ordini,
dei suo severi comandi.
Le pingui folle dell’umanità
si stenderanno sulle nostre tracce.
Dove noi siamo passati,
Londra Parigi e Chicago
per gratitudine sostituiranno i loro
nomi coi nostri.
Ma perdoneremo una tale stoltezza.
Tutto questo è di là da venire,
e intanto, madri,
portate via i vostri figli,
se apparirà in qualche posto uno
stato.
Giovani, saltate e rintanatevi nelle
spelonche
e nel profondo del mare,
se in qualche posto vedrete uno stato.
Ragazze e chiunque fra voi non sopporta
l’odore dei morti,
cadete in deliquio alla parola ”
frontiere ”:
esse odorano di cadaveri.
Eppure ogni ceppo fu un tempo
una bella conifera,
un pino fogliuto.
Il ceppo è perverso soltanto per
questo,
che su esso si tronca la testa agli
uomini.
Così, stato, anche tu
sei parola assai bella nel sogno,
composta di ben cinque suoni:
con molte comodità e refrigerio.
Sei cresciuto in un bosco di parole:
ceneriera, fiammifero, cicca,
pari tra pari;
ma perché si va nutrendo d’uomini?
Perché il paese natio s’è fatto
cannibale,
e la patria sua sposa?
Ehi! Ascoltate !
A nome dell’intera umanità
ci rivolgiamo con maneggi di pace
agli stati del passato:
se voi siete splendidi, o stati,
come amate narrare di voi stessi
e di voi costringete a narrare i vostri
famigli,
allora perché questo cibo agli dei?
Perché scricchiamo, noi uomini, nelle
vostre mandibole,
tra zanne e denti molari?
Ascoltate, stati degli spazi,
ecco ormai da tre anni
voi fate finta
che l’umanità sia soltanto una
pasta,
un dolce biscotto che vi si scioglie in
bocca;
e se il biscotto scatterà come un
rasoio, dicendo: mammina?
Se lo spargeremo di noi,
come d’un tossico?
D’ora in poi noi ordiniamo di
sostituire
Le parole” Per grazia divina”
Con “Per grazia delle Isole Figi”.
E’ forse decente per il Signor Globo
Terrestre
(sia fatta la sua volontà)
incoraggiare il cannibalismo ecumenico
entro i confini di sé stesso?
E non è servilismo senza limiti
da parte degli uomini in quanto
mangiabili
proteggere il proprio Mangiatore
Supremo?
Ascoltate! Persino le formiche
spruzzano acido formico sulla lingua
dell’orso.
Se ci sarà qualcuno ad obiettare
che lo stato degli spazi non è
giudicabile
come ecumenica persona di diritto,
non obietteremo noi forse che l’uomo
è anch’esso uno stato: bimano,
di globuli sanguigni ed anch’esso
ecumenico?
Se gli stati sono perversi,
chi di noi moverà un solo dito,
per prolungare il loro sonno
sotto la coltre del Per Sempre?
Voi siete malcontenti, o stati
e loro governi,
in segno d’avviso battete i denti
e fate piccoli balzi. E con questo?
Noi siamo la massima forza
e sempre potremo rispondere:
a sommossa di stati
sommossa di schiavi, -
con una missiva bene assestata.
Stando sulla tolda delle parole “
Superstato della stella “
e non necessitando di bastone nell’ora
di questo rullio,
chiediamo: chi è più alto:
noi che in virtù del diritto di
sommossa
e inoppugnabili nel nostro primato,
servendoci della tutela delle leggi
sull’invenzione,
ci siamo proclamati Presidenti del
Globo Terrestre,
oppure voi, governi
di singoli paesi del passato,
questi prosaici residui caduti vicino a
macelli
di tori bipedi,
del cui cadaverico umore vi siete unti?
Quanto a noi, condottieri di un’umanità
da noi edificata secondo le leggi dei
raggi
con l’ausilio delle equazioni del
fato,
noi rinneghiamo i padroni,
che si spacciano per governanti,
per stati e altre case editrici
e ditte commerciali Guerra & C.,
che hanno appoggiato i mulini del dolce
benessere
all’ormai triennale cascata
di vostra birra e di nostro sangue
dall’inerme onda rossa.
Vediamo stati ruzzolare sulla spada
per lo sconforto del nostro avvento.
La patria sulle labbra, sventolandovi
col ventaglio del regolamento
bellico-campale,
avete con impudenza inserito la guerra
nel cerchio delle Fidanzate dell’uomo.
Ma voi, stati degli spazi, placatevi
e non piangete come ragazzine.
Come intesa privata di privati,
assieme alle società degli ammiratori
di Dante,
dell’allevamento di conigli, della
lotta con le arvicole,
entrerete sotto l’usbergo delle leggi
da noi promulgate.
Non vi toccheremo.
Una volta per anno potrete adunarvi in
annuali adunanze,
passando in rassegna le forze che si
rarefanno
e in base al diritto delle
associazioni.
Restate dunque volontaria intesa
di privati, non necessaria a nessuno
e per nessuno importante.
Fastidiosa come un mal di denti
in una Nonnina del XVII secolo.
Rispetto a noi voi siete
come l’irsuta gamba-mano d’una
scimmia,
scottata da un recondito dio-fiamma,
rispetto alla mano d’un pensatore,
che placida
governa l’universo,
di questo cavaliere della sorte
sellata.
C’è di più: noi fondiamo
la società per la difesa degli stati
dal ruvido e feroce trattamento
delle comuni del tempo.
Come deviatori
ai binari d’incontro del Passato e
del Futuro,
guardiamo con uguale sangue freddo
alla sostituzione dei vostri stati con
una
comunità edificata scientificamente,
come alla sostituzione d’una ciocia
di tiglio
col bagliore di specchio d’un treno.
Compagni-operai! Non vi lagnate di noi:
come operai-architetti, noi andiamo
per una strada speciale ad un fine
comune.
Noi siamo un genere speciale d’arma.
Dunque il guanto di sfida
di quattro parole “ Governo del Globo
Terrestre “
è gettato.
Intersecato da una rossa folgore,
l’azzurro stendardo dell’Anarchia,
stendardo delle albe ventose, dei soli
aurorali,
è issato e sventola sopra la terra,
eccolo, amici miei !
Il Governo del Globo Terrestre!
Velimir Chlebnikov - 21 aprile 1917