mercoledì 29 settembre 2021

Nizar Qabbani...


Lettera a un uomo



Mio caro signore,
questa è la lettera di una donna stupida...
Le aveva mai scritto prima una donna stupida?
Il mio nome?
Può chiamarmi con un nome qualunque,
Rama, Zaynab, Hind o Haifa.
Mio caro signore, la cosa più banale che abbiamo
sono i nostri nomi.

Mio caro signore,
ho paura di parlarle dei miei pensieri,
se gliene parlassi, brucerebbero tutti i cieli.
Il vostro Oriente, mio caro signore,
sequestra lettere azzurre
e sogni dagli scrigni delle donne,
imprigiona le loro emozioni,
usa coltelli e mannaie per parlare ad esse,
macella primavere, passioni e trecce nere...
Il vostro Oriente, mio caro signore,
fabbrica delicate corone d'onore
con i teschi delle donne...

Non mi critichi, mio caro signore,
per la brutta calligrafia,
perché mentre scrivo...c'è il carnefice dietro la mia porta
e fuori dalla stanza...le grida del vento e gli ululati dei cani.

Mio caro signore,
Antar al-Absi è dietro la mia porta,
mi ucciderebbe se vedesse la mia lettera,
mi taglierebbe la testa se vedesse le trasparenze dei miei vestiti
o se solo esprimessi le mie sofferenze.
Mio caro signore, il vostro Oriente
assedia le donne con le lance,
elegge gli uomini a profeti
e seppellisce le donne nella polvere.

Mio caro signore,
non si annoi
di queste mie righe,
non si irriti
se rompo la boccia delle denunce sigillata da secoli,
se strappo il sigillo di piombo dalla mia coscienza,
se scappo dai sotterranei dell'harem,
se mi ribello alla mia morte, alla mia tomba e alle mie origini
e fuggo dal grande mattatoio.

Non si annoi, mio caro signore,
se le rivelo i miei sentimenti,
all'uomo orientale non interessano la poesia e i sentimenti,
l'uomo orientale, perdonate la mia insolenza,
non capisce la donna se non nel letto.

Le chiedo scusa, mio caro signore,
se ho attaccato il regno dell'uomo,
la grande letteratura, certamente, è quella scritta dagli uomini,
l'amore è sempre stato una loro prerogativa,
e il sesso una droga a loro venduta.
La libertà delle donne, nei nostri paesi, è una menzogna,
non c'è libertà al di fuori della libertà degli uomini!

Mio caro signore,
mi dica cosa vuole da me...per me è la stessa cosa:
mi vuole frivola, stupida, pazza o semplicemente cretina?
E' indifferente
perché se una donna scrive le sue pene
con la logica dell'uomo, è chiamata stupida...
E...non le avevo già scritto all'inizio della lettera
che sono una donna stupida? 


Nizar Qabbani  1923 - 1998

martedì 21 settembre 2021

Haiku d'autunno...


- Haiku d'autunno -


Yosa Buson  1715 - 1783

è qui l'autunno:
bisogna arrendersi all'evidenza
dello starnuto!


Santoka  1882 - 1940

Sul palmo della mano
rosseggia, rutilante
nella sua pienezza,
un cachi


Mizuhara Shuoshi  1892 - 1981

Mi desta un sogno
e mi sorprende il buio:
- già tardo autunno! -


- Haiku d'autunno -

venerdì 17 settembre 2021

HENRY WADSWORTH LONGFELLOW...


- SANTINI TERAPEUTICI -                     



I mulini di Dio
macinano lentamente
ma macinano
straordinariamente fine.


Henry Wadsworth Longfellow

lunedì 13 settembre 2021

OTTO DIX...


-  SANTINI TERAPEUTICI  -                  

Pidocchi, ratti, reticoli, pulci, granate, bombe, fossi, cadaveri, sangue, grappa, 
topi, gatti, gas, cannoni, sporco, pallottole, mortai, fuoco, acciaio, questa è la guerra!


Otto Dix 1891- 1969 



mercoledì 8 settembre 2021

CCCP...



Radio Kabul


storpie atmosfere terse e sterili bazar
taxisti nomadi cammellieri autisti 
ascoltano la radio e sanno che tempo fa
al principio era il verbo
al principio era "Pravda"
parola-verità parola-verità
RADIO KABUL RADIO KABUL RADIO KABUL
dice che a nord che a est
la strada è aperta possibile
dall'Adriatico al mar Giallo
RADIO KABUL RADIO KABUL RADIO KABUL
al principio era il verbo
al principio era "Pravda"
e prima del principio era vanto dei mongoli 
che una vergine sola sopra un carico d'oro
traversasse indenne i domini del Khan
RADIO KABUL RADIO KABUL RADIO KABUL


CCCP - 1994 -

giovedì 2 settembre 2021

Khushàl Khan Khatàk...




Spaurito e perplesso

Spaurito sono e perplesso
a questo sfibrante pensiero
di te, delle tue trecce
nere, del nero neo
che fa seta di marca
delle tue gote. Il pianto
irriga il campo a questo
che ogni altro amore travolse.
E' merito, o peccato,
aver posto soltanto nel tuo cuore,
come in vaso di creta
dolcezza acuta di rosa,
come tizzone ardente
d'un focolare solo?
M'assicuri un tuo gesto
di brusca asprezza, chè questa
troppo tenera voce
mi fa spaurito e perplesso.



Khushàl Khan Khatàk   1613-1689


Khushhàl Khan Khatàk è la voce nazionale degli afgani, rappresentante principale e padre della poesia in pashto.

traduzione di Gianroberto Scarcia