mercoledì 31 maggio 2017

31 Maggio 1917...Oggi...Cento anni fa

31 maggio 1917
31 maggio 2017

Caro Arturo, quando ero a casa avevo paura veder dei morti, qui invece bisogna camminare sopra, avevo paura caminare di notte, qui si viaggia quasi sempre di notte e si cerca l’impossibile e di andare tra i campi e i boschi per non farsi vedere dal nemico, e sempre curvi si viaggia, ti dico Arturo che la vita che si passa non si può comprenderla se non la si prova, poi quelli che stanno sempre in trincea è più brutta ancora perché quel poco che dormono son sempre per terra, son dolori passare un mese senza poter riposare una notte e per il vito stanno molto male, o parlato anche coi Austriaci quelli che fanno prigionieri e dicono che anche loro stanno malissimo sul vivere e sono molto stanchi anche loro di questa vita di macello, lo dicono anche loro che questa guerra non è per acquistare teritori e terreni e solo una guerra di macello, tanto per distrurre delle persone.


lettera inviata dalla zona di guerra a Rovagnate  





Karl Blossfeldt

lunedì 29 maggio 2017

Il paradosso delle macchine...



Negli Stati Uniti si racconta spesso un aneddoto in cui
Henry Ford II e Walter Reuther, il leggendario dirigente
del sindacato degli United Auto Workers, visitano insieme
una fabbrica automobilistica recentemente automatizzata.
L'amministratore delegato di Ford Motor Company 
punzecchia Reuther: "Walter come riuscirai a fare in modo
che questo robot paghino le quote sindacali?". Il dirigente
ribatte:"E tu, Henry, come riuscirai a fare in modo che
comprino le tue automobili?".

Martin Ford


Ed Emhswiller

venerdì 26 maggio 2017

Massimo Zamboni - Vasco Brondi... Acqua che corre...



...e un salice  piangente gigantesco che esce da un cancello
e piange persino sulla strada...

...l'argine del Po sulla sinistra, qualche ciclista e la casa di qualcuno
che nell'orto si è fatto un minuscolo vigneto di due file...

mercoledì 24 maggio 2017

Mariangela Gualtieri...



Forse si muore oggi - senza morire.
Si spegne il fuoco al centro.
Sanguinano le bandiere. Generale è la resa.
Ciò che nasce ora crescerà in prigionia.
Reggete ancora porte invisibili dell'alleanza
bastioni di sereno. Puntellate il bene
che si sfalda in briciole in cartoni.
Il popolo è disperso. In seno ad ognuno cresce
il debole recinto della paura - la bestia spaventosa.
A chi chiedere aiuto? E' desolato deserto il panorama.
Si faccia avanti chi sa fare il pane.
Si faccia avanti chi sa crescere il grano.
Cominciamo da qui.

venerdì 12 maggio 2017

Rocco Scotellaro...



Terronia


Noi siamo tutti un'anima d'un Dio
siamo gl'innocenti nocivi
e i penitenti ignavi.

E i nostri avi furono latini
che lasciarono i lupi far lamenti
padroni dei boschi recinti.

lunedì 1 maggio 2017

Rocco Scotellaro...



Noi che facciamo?


Ci hanno gridata la croce addosso i padroni
per tutto quello che accade e anche per le frane
che vanno scivolando sulle argille.
Noi che facciamo? All'alba stiamo zitti
nelle piazze per essere comprati,
la sera è il ritorno nelle file
scortati dagli uomini a cavallo,
e sono i nostri compagni la notte
coricati all'addiaccio con le pecore.
Neppure dovremmo ammassarci a cantare,
neppure leggerci i fogli stampati
dove sta scritto bene di noi!
Noi siamo i deboli degli anni lontani
quando i borghi si dettero in fiamme
dal Castello intristito.
Noi siamo i figli dei padri ridotti in catene.
Noi che facciamo?
Ancora ci chiamiamo
fratelli nelle Chiese
ma voi avete la vostra cappella
gentilizia da dove ci guardate.
E smettete quell'occhio
smettete la minaccia,
anche le mandrie fuggono l'addiaccio
per qualche stelo fondo nella neve.
Sentireste la nostra dura parte
in quel giorno che fossimo agguerriti
in quello stesso Castello intristito.
Anche le mandrie rompono gli stabbi
per voi che armate della vostra rabbia.
Noi che facciamo?
Noi pur cantiamo la canzone
della vostra redenzione.
Per dove ci portate
lì c'è l'abisso, lì c'è il ciglione.
Noi siamo le povere
pecore savie dei nostri padroni.