Ma col respiro
con la voce
col palpito,
con tutte le cime dei capelli irti d'orrore,
con i fori delle narici,
con i chiodi degli occhi,
col dente che stride nell'urlo ferino,
col riccio della pelle,
con le crespe rabbiose dei sopraccigli,
con un trilione di pori,
con tutti i pori,
sino all'ultimo,
in autunno,
d'estate,
in primavera,
d'inverno,
di giorno,
nel sonno,
io odio
e rifiuto tutto questo,
tutto.
Tutto
che in noi
ha inculcato l'antica schiavitù,
tutto
che, sciame di meschinità,
s'è posato
e si posa sulla vita,
persino nel nostro ordine
imbandierato di rosso
da " Di questo "