giovedì 30 giugno 2016

Vladimir Majakovskij...



Ma col respiro
     con la voce
         col palpito,
con tutte le cime dei capelli irti d'orrore,
con i fori delle narici,
     con i chiodi degli occhi,
col dente che stride nell'urlo ferino,
col riccio della pelle,
     con le crespe rabbiose dei sopraccigli,
con un trilione di pori,
     con tutti i pori,
         sino all'ultimo,
in autunno,
     d'estate,
         in primavera,
            d'inverno,
di giorno,
     nel sonno,
io odio
    e rifiuto tutto questo,
tutto.
Tutto
      che in noi
          ha inculcato l'antica schiavitù,
tutto
     che, sciame di meschinità,
s'è posato
    e si posa sulla vita,
persino nel nostro ordine
     imbandierato di rosso


da " Di questo "


domenica 26 giugno 2016

26 Giugno 1916...Oggi...Cento anni fa


26 giugno 1916
26 giugno 2016

Appena mi accorsi del lancio dei gas, credendo fossero i soliti, ordinai di mettere le maschere e di fare un fitto fuoco di fucileria…quando questi maledetti gas cominciarono ad avvolgere le mie vedette che vidi rizzarsi e poi cadere dibattendosi come stessero morendo. Né potevo comprendere il perché…la ragione però me la spiegai quando i gas avvolsero le trincee da noi occupate: man mano che gli uomini venivano avvolti dal gas, dopo pochi istanti cadevano dibattendosi come pesci fuori d’acqua… avevano inventato un nuovo gas asfissiante contro il quale le nostre maschere erano inservibili.

testimonianza di un volontario di guerra Leopoldo Aguiari

I nuovi gas asfissianti degli austriaci vengono usati per la prima volta nel giugno del 16, poco prima della Sesta Battaglia dell’Isonzo. Rimane intossicato anche il maggiore di fanteria Rodolfo Graziani che, a stento, riesce a salvarsi. Vent’anni dopo, diventato generale, userà la sua “esperienza” in Etiopia. 






Karl Blossfeldt

     Oggi...Cento anni fa     



martedì 21 giugno 2016

Haiku d'estate......


      haiku d'estate     



Matsuo Basho   1644 - 1694

erba estiva:
per molti guerrieri
la fine di un sogno


Masaoka Shiki    1867 - 1902

due monete in offerta,
e in prestito la frescura
della veranda del tempio


Akutagawa Ryunosuke    1892 - 1927

sotto la stuoia
la lumaca dorme
anche se piove


      haiku d'estate      

sabato 11 giugno 2016

11 Giugno 1916...Oggi...Cento anni fa

11 giugno 1916 
11 giugno 2016

Oggi si fucilerà un sergente, reo “di non aver fatto la possibile difesa“, abbandonando il campo di battaglia presso il Turcio. La sconfitta, il panico delle truppe accorrenti che per via vedevano sentivano e intuivano la paurosa tragedia, il turbine dei generali “silurati” e dei comandi che si sovrappongono, ordinano e contrordinano, accusano e si accusano, tutto ciò che porta un senso di sfiducia e di sconforto, al quale si reagisce con le fucilazioni sul campo, isolate e in massa. Un colonnello ne ha fatti fucilare una ventina, tra cui un sottotenente. Ne ha ricavato un encomio solenne dal Comando Supremo. L’uomo, condotto alla morte, tenta di fuggire, come una povera bestia inseguita dalla muta dei cani. La legge di guerra lo afferra e lo fucila. Si tengono le truppe con il terrore. Salus patriae suprema lex. Ognuno che è qui vive nella tragedia.


da Attilio Frescura “Diario di un imboscato”



Karl Blossfeldt


     Oggi...Cento anni fa     


Og

mercoledì 1 giugno 2016

Giugno 1916...Oggi...Cento anni fa

Giugno 1916
Giugno 2016

La strada, ora, si faceva ingombra di profughi. Sull’Altipiano d’Asiago non era rimasta anima viva. La popolazione dei Sette Comuni si riversava sulla pianura, alla rinfusa, trascinando sui carri a buoi e sui muli, vecchi, donne e bambini, e quel poco di masserizie che avevano potuto salvare dalle case affrettatamente abbandonate al nemico. I contadini allontanati dalla loro terra,erano come naufraghi. Nessuno piangeva, ma i loro occhi guardavano assenti. Era il convoglio del dolore. I carri, lenti, sembravano un accompagnamento funebre. La nostra colonna cessò i canti e si fece silenziosa. Sulla strada non si sentiva altro che il nostro passo di marcia e il cigolio dei carri. Lo spettacolo era nuovo per noi. Sul fronte del Carso, eravamo noi gli invasori, ed erano slavi i contadini che avevano abbandonato le case, alla nostra avanzata. Ma noi non li avevamo visti.


da “Un anno sull’Altipiano” di Emilio Lussu




Karl Blossfeldt

   Oggi...Cento anni fa