martedì 31 dicembre 2019

Haiku di buon anno...................


.......... Haiku di buon anno ...........


Ognuno è pieno d'insoddisfazione
 per la parte assegnatagli,
  come gli attori dilettanti.


Anonimo


giovedì 26 dicembre 2019

Antonio Delfini... Regalo di Natale


Per andare in Paradiso col mio cuore                                        - REGALO DI NATALE  -


Per andare in paradiso col mio cuore
vado in cerca di belle signore.
E' la mia voce che muore.
Perché Tu non ascolti, o Signore?
Vorrei che mi armassi la mano
per incendiare il piano padano.


Antonio Delfini  1907 - 1963

sabato 21 dicembre 2019

Haiku d'inverno...




Ogiwara Seisensui  1884 - 1976

   Passerotti del mattino.
   La loro voce annuncia
la neve sui monti lontani.


Iida Dakotsu  1885 - 1962

La mucca cammina
 gocciolando latte.
 Giorno d'inverno.


Sugita Hisajo  1890 - 1946

Le gru terminano di danzare,
   alte sulle gronde,
    nel chiarore lunare.



lunedì 16 dicembre 2019

Antonio Delfini... Regalo di Natale



Sega gli alberi                                                                  - REGALO DI NATALE -


Sega gli alberi signor podestà
signor sindaco signor baccalà.
Firma gli atti signor prefetto
governatore questore triletto.
Da il voto di sì signor deputato
scuote la testa il buon governato.
L'eterno inferno è il governo
in Italia per sempre è l'inverno.
C'è una frana in Sicilia
il ministro aggrotta le ciglia
e dichiara: " Si faccia la bara
pel poveretto che impara ".
In Lucania c'è l'alluvione
di morte si vuole un veglione.

E' una festa antica che ha più di mill'anni:
in Italia a Rovigo a Catania a Livorno a Trento a Trieste
decimati per via militare per terremoto fame e pellagra
per crolli per strozzo di banca c'è sempre stata la peste.




Antonio Delfini  1907 - 1963


giovedì 12 dicembre 2019

Piazza Fontana 1969... Valpreda è innocente...



23 Febbraio 1972                                   
                           



Guido Crepax

lunedì 9 dicembre 2019

Piazza Fontana 1969... Sante Notarnicola...



Dicembre 1969 - 50 anni                      


Era l'ottobre '69. A San Vittore fui messo al primo raggio; c'erano Braschi, Faccioli, i compagni anarchici arrestati ingiustamente per una serie di attentati compiuti dai fascisti.
......Presto facemmo gruppo; gli argomenti di discussione erano soprattutto le lotte politiche di quei mesi e le accuse ai compagni anarchici.
......La sera del 12 dicembre nel carcere si sparse la notizia dell'attentato alla banca di piazza Fontana.
Intuimmo che il raggio si sarebbe riempito di nuovi compagni e organizzammo un pò di aiuti, specialmente sigarette...Due giorni dopo Pinelli era "suicidato". Gli anarchici ne erano sconvolti, ci parlarono a lungo di lui e capimmo che era un uomo da rimpiangere. Qualche giorno dopo qualcuno propose di fare una colletta per la famiglia Pinelli; la direzione rifiutò l'inoltro di quanto raccolto. In seguito ci saremmo fatti più furbi e di certe autorizzazioni ne avremmo fatto a meno.


da "L'evasione impossibile"
Sante Notarnicola 
Odradek editore - 1997

giovedì 5 dicembre 2019

Stefano Mancuso...



    Fatta chiarezza sull'immensa fortuna di cui siamo depositari, si tratta di capire a chi appartenga. Chi è il responsabile di questa casa comune? In altre parole, a chi appartiene la sua sovranità? La nostra più ovvia risposta è che la Terra appartiene all'uomo. Ossia che l'Homo sapiens è l'unica specie titolata a disporre del pianeta in funzione delle sue necessità. L'affermazione è talmente banale che non avrebbe bisogno di ulteriori prove a supporto. Quando mai il destino delle altre specie ha rappresentato un limite alle nostre azioni? Ci siamo sempre definiti i Signori della Terra e, anche se magari i più progressisti fra di noi potrebbero provare un certo pudore a considerarsi Signori di qualche cosa, questa è comunque la nostra intima convinzione. Vedrete. 
     La Terra è cosa nostra. Ne abbiamo diviso la superficie in Stati e ne abbiamo assegnato la sovranità ai diversi gruppi umani, che a loro volta l'hanno affidata a un limitatissimo numero di persone. Sono queste, pertanto, che detengono la reale sovranità della Terra.

Poche persone sono responsabili della sovranità dell'unico pianeta dell'universo sul quale la vita esiste.

Non so quanto l'assurdità della faccenda vi colpisca, perché a me, talvolta, a pensarci, mi prende come un capogiro e mi sento come se fossi stato dislocato in uno di quegli infiniti universi paralleli in cui la logica non funziona nel modo cui siamo abituati. Un universo governato da regole pazzesche, anche se meno affascinanti di quelle del Paese delle Meraviglie di Alice. Innanzitutto. da dove proviene questa investitura che ci rende Signori del Pianeta? Lo siamo per nascita o per diritto divino? O forse per manifesta superiorità sulle altre specie, alle cui carenze intellettuali dobbiamo supplire come bravi tutori? O magari è semplicemente una sana questione di democrazia e dipende dal nostro numero? Lasciando da parte diritto di nascita e diritto divino, sui quali non si può esercitare alcuna verifica logica, rimangono essenzialmente due possibilità. La prima: siamo i Signori della Terra perché siamo la specie più numerosa. Chiamiamola opzione democratica. La seconda: siamo i Signori della Terra perché siamo migliori di ogni altra specie vivente del pianeta. Chiamiamola opzione aristocratica (che mi rendo conto include, per la felicità dei più nostalgici, anche il diritto di nascita e il diritto divino).


Stefano Mancuso 
La nazione delle piante
Editori Laterza - 2019



venerdì 29 novembre 2019

G. Fofi...



E se la cultura, in tutte le sue forme non radicali, che non guardano all'origine dei mali e non ne cercano il rimedio, non fosse altro, oggi, che lo strumento privilegiato del dominio, lo strumento di cui il potere, si serve per asservirci, per farci accettare l'inaccettabile?


"L'oppio dei popoli"
Goffredo Fofi
Ed. Elèuthera - 2019 -

lunedì 25 novembre 2019

martedì 19 novembre 2019

giovedì 14 novembre 2019

G. Schwarz...


 SEMBRA IERI                        




Nel luglio del 1938, di fronte all'aggravarsi della crisi dei profughi ebrei, il presidente americano Franklin D. Roosevelt aveva convocato una conferenza internazionale nella speranza che i partecipanti si impegnassero ad accoglierne di più. Dopo che l'Italia e l'Unione Sovietica ebbero declinato l'invito, i rappresentanti di trentadue Stati e ventiquattro organizzazioni di soccorso si riunirono per nove giorni a Evian-les-Bains, sulle sponde del lago Lemano. Nel fresco dei maestosi saloni dell'hotel Royal, che alla sua inaugurazione nel 1909 era stato definito "il più bell'albergo del mondo", rifugio di teste coronate e artisti famosi, i delegati internazionali si alternarono alla tribuna per esprimere la loro profonda compassione per la sorte degli ebrei d'Europa. Ma nessuno offrì ospitalità, tranne la Repubblica dominicana, che chiese in cambio sovvenzioni. Gli Stati Uniti, rappresentati da un semplice uomo d'affari, si rifiutarono di incrementare le loro quote, ossia 27370 visti all'anno per la Germania e l'Austria. Uno dei paesi più influenti del pianeta aveva così dato il la e il resto del mondo si affrettò ad allinearsi. Nonostante gli immensi imperi coloniali che possedevano la Gran Bretagna e la Francia, non fu adottata nessuna delle opzioni, che fosse la Palestina, l'Algeria o il Madagascar. Il delegato australiano spiegò che il suo paese, uno dei più vasti al mondo, non aveva "problemi razziali" e "non desiderava importarne". Il rappresentante svizzero, Heinrich Rothmund, capo della polizia degli stranieri, precisò che la sua patria era solo un paese di transito. Quel notorio antisemita non aveva mai fatto mistero della sua ostilità verso gli ebrei, considerati "elementi estranei" che minacciavano di "ebreizzare" la Svizzera. La comunità internazionale non cedette nemmeno dopo il terrore della Notte dei cristalli.


Géraldine Schwarz 
da "I senza memoria. Storia di una famiglia europea"
Einaudi ed. - 2019

venerdì 8 novembre 2019

Guido Barbujani...


Identità (al plurale)


A rigore, significa uguaglianza completa (es.. identità matematica, identità di vedute),
e perciò l'aggettivo "perfetta" che generalmente l'accompagna è un pleonasmo.
Più spesso è parola usata per definire il complesso di caratteristiche che contra-
disstinguono, quando non addirittura definiscono, un individuo o un gruppo (es.: carta 
d'identità). E' uguale al singolare e al plurale, il che provoca equivoci. Alcuni pensano,
infatti, che l'identità sia una cosa sola, e addirittura si radichi in un preciso luogo geografico,
che è poi quello di nascita, che è poi quello dove da sempre sarebbero vissuti gli antenati:
sangue e suolo, come dicevano i nazisti che di queste cose se ne intendono. Scivolando
sempre più nell'equivoco, questo suolo ove affonderebbero tutte le radici dell'identità
(al singolare) determinerebbe infallibilmente filosofie di vita, gusti gastronomici e musi-
cali, stili di guida, perversioni dell'eros, passioni sportive, credenze religiose, tendenze
criminali, valori etici ed etilici, vezzi lessicali e bizzarrie  dell'abbigliamento: tutti, manco a
dirlo, coerenti l'uno con l'altro:. Un equivoco, si diceva, perché non stavano certo tutti nello
stesso posto i nostri sedici trisavoli, i nostri trentadue quadrisavoli, e men che meno i nostri
1024 antenati di trecento anni fa. Per non parlare di quello che apprendiamo dagli altri nel corso
della vita, e che può avere su di noi un'influenza ben maggiore dei pomeriggi a casa della
nonna in età prepuberale. E' perciò evidente che ciascuno di identità ne ha tante, e costrin-
gere dentro a un'unica definizione una persona, o peggio ancora un gruppo di persone,
è operazione brutale e insensata. Scrive Amartya Sen: "La stessa persona può essere, senza
la minima contraddizione, di cittadinanza americana, di origine caraibica, con ascendenze
africane, cristiana, progressista, donna, vegetariana, maratoneta, storica, insegnante,
romanziera, femminista, eterosessuale, sostenitrice dei diritti dei gay e delle lesbiche,
amante del teatro, militante ambientalista, appassionata di tennis". Tante identità e non
una, dunque. A livelli di scolarizzazione medio-bassi è trendy sostituire "identità" con
"nel DNA". Es.: "Il calcio-spettacolo è sa sempre nel DNA del Milan" (Silvio Berlusconi).


Nuovo dizionario affettivo della lingua italiana
Identità (al plurale) - Guido Barbujani - Fandango libri - 2019

lunedì 4 novembre 2019

Delio Tessa...


da "L'è el dì di mort, alegher"


Passen i tram ch'hin negher
gent sora gent...lingera...
tosann e banch de fera!...
"Oh i bej coronn!" "Alegher!"
"oh i bej lumitt!" "oh i pizzi,
le belle tende, oh i pizzi!"
"L'è el dì di Mort...alegher!"

Passano i tram neri gente su gente...teppa...ragazze e bancarelle da fiera!..."Oh le belle corone!" Allegri! "Oh i bei lumini!" "Oh i pizzi, le belle tende, i pizzi!" E' il dì dei Morti!...allegri!


Delio Tessa  1886 - 1939

lunedì 28 ottobre 2019

Igiaba Scego...


Identità


Da dove vieni?
Chi sei?
Chi erano i tuoi antenati?
Il tuo sangue ha una nazionalità?
E tu cosa ti senti di essere?
L'identità fa scaturire mille domande in noi e negli altri. Viviamo in un mondo che si vuole
continuamente definire, che vuole etichette, vuole dividere tutto con una linea divisoria netta
e incontrovertibile. Ma le divisioni nette sono solo illusioni. Quello che rimane è solo quello
che ci rende unici in questo universo. Ci rende noi nella nostra essenza più intima. Da questo
punto di vista possiamo dire che l'identità è la concezione che noi abbiamo di noi stessi.
Ma spesso questa parola che dovrebbe contenere una pluralità è stata ricondotta da fatti storici
e sociali a una rigidità che non le è mai stata propria. Ed ecco che tutti noi,  chi più chi meno,
adottiamo delle posizioni rigide per quanto riguarda appartenenza religiosa, nazionale, o sovra-
nazionale. Come se dire francese, cattolico, ebreo, musulmano, nigeriano, europeo, africano,
donna , uomo esaurisse il tema della nostra identità. Come se in quella griglia, fatta di una o più
parole, noi ci sentissimo davvero completi. Naturalmente sappiamo tutti, anche chi nega questa
evidenza, che non è così. Sappiamo bene che le nostre identità sono fluide. Che non possiamo
essere francesi o italiani/e o nigeriani/e o brasiliani/e tutti/e allo stesso modo. E che essere
 tedeschi oggi è diverso dall'esserlo cinquant'anni fa. La parola quindi va presa, soprattutto in
un mondo di oggi dove tutto gira molto velocemente, e aperta il più possibile. In modo tale
da poter essere liberi di essere quello che si è veramente. Perché dentro quella parola è nascosta
di fatto la specificità di ognuno. Purtroppo viviamo tempi cupi di odio e malanimo. E in questo
scenario presente la parola invece di espandersi, si sta chiudendo. E la griglia di appartenenze
fissate dalla tradizione si sta ancor di più contraendo. Scattano quindi gli automatismi che
cercano una purezza che non è mai esistita dove in un tempo antico mai vissuto si era senza
macchie. Per fortuna è il nostro corpo a smentire questa costruzione, noi siamo di fatto bastardi
e mescolati per antonomasia. Nella  nostra identità sono racchiusi tutti i nostri percorsi e tutti i
nostri sogni. Chi persegue la strada della rigidità persegue inevitabilmente (e questo va detto
con chiarezza) uno scontro, a volte anche uno scontro di sangue. E' una parola di certo impor-
tante identità, ma da maneggiare con cura. E come diceva Amin Maalouf - scrittore libanese
che all'identità ha dedicato uno dei suoi libri più famosi, Les identites meurtrières, pubblicato
in Italia da Bompiani nel 2005 con il titolo L'identità -, "Grazie a ciascuna delle mie appar-
tenenze, prese separatamente, ho una certa parentela con un gran numero dei miei simili.
Grazie agli stessi criteri, presi tutti insieme, ho la mia identità personale che non si confonde
con nessun altro". Amin Maalouf di fatto ci dice che quello che percepiamo di noi deve seguire
il flusso, scorrere e mai irrigidirsi. Proprio come fa un fiume. Proprio come fa la vita.


Nuovo dizionario affettivo della lingua italiana
Identità - Igiaba Scego - Fandango Libri - 2019


lunedì 21 ottobre 2019

Byung-Chul Han...



Fermezza e costanza non sono utili al consumo. Consumo e durata si escludono reciprocamente. Sono l'incostanza e la fugacità della moda a velocizzare il consumo. Così la cultura del consumo sopprime la durata. Carattere e consumo sono antitetici: il consumatore ideale è un essere umano senza carattere. Questa assenza di carattere rende possibile un consumo indiscriminato.


Byung-Chul Han    da " La salvezza del bello "
Nottetempo edizioni - 2019 

martedì 15 ottobre 2019

Marcello Fois...


Radici


Passaggio di ogni nutrimento, porta di ogni malattia,
passaporto per ogni tolleranza, vessillo di tutte le
intolleranze, maledizione, benedizione. Ossimoro
maledettissimo perché tu pensi a te stesso fingendo
di conoscerti.


Nuovo dizionario affettivo della lingua italiana
Radici - Marcello Fois - Fandango Libri - 2019

mercoledì 9 ottobre 2019

OTZI...................Gary Snyder



In cammino                                                                            - Buon compleanno -


Cammina a passo regolare sul pendio - roccia e cespugli fitti -
vento nelle orecchie, brezza che fa leggermente ondeggiare la barba -
nuvole basse, da ovest, a batuffoli -
oltrepassare ed attraversare le alte cime; varchi nel cielo blu -
in lontananza -
tra sbuffi di nuvole bianche e grigie si nasconde un crinale.
Attraverso una fessura nella roccia, chiazze blu di ombre di nuvole e sole -
la brezza cala -
si entra nella neve adesso, sole dietro le nuvole ma sempre luce fortissima.

Ginocchio dolorante e spalla indolenzita - ma -
sto per uscire sul campo di ghiaccio per attraversarlo e scendere dall'altra parte,
ancora neve e rocce e abeti più in basso.
Proprio adesso sole e vento - il mio coltellino,
l'occorrente per il fuoco, una figlia sistemata, questo cammino solitario.


Gary Snyder
4000 anni fa - 22 Sett. 2004

da: This Present Moment, Counterpoint, Berkeley 2015

mercoledì 2 ottobre 2019

Allen Ginsberg...



Aria del Campidoglio


No non mi va il governo in cui vivo
Nemmen la dittatura dei Ricchi
E burocrati che ti dicono che mangiar
E cani poliziotto ai miei piedi a annusar

Dei miei libri i Censori Comunisti
Chi si lamenta del mio aspetto, i Marxisti
Non mi va Castro, insulta membri del mio sesso
Gauchisti che dicon che siam mistici ossessi

I Capitalisti che vendon Coca alla benzina
Multinazionali che si fuman l'Amazzonia
Big Corporations dei media mentali
Bananieri che rapinan banche in Guatemala

Non mi van KGB Gulag concentrazionari
Maoisti cambogiani che danzan sugli ossari
15 milioni ne ha uccisi Stalin, Segretario al Terrore
Della rossa rivoluzion è lui l'uccisore

E che grida Amore Libero gli Anarchici
E la CIA assassina di John Kennedy
Paranoici tanks a Praga e in Ungheria
Ma neanche controrivoluzioni pagate dalla CIA

Anni '80 tirannici in Turchia o Corea
La Squadron-della-Morte-Destro-Democrazia
Stati di Polizia Iran Nicaragua ier
Governo tienti le tue polizie lontan da me, Laissez-faire 

E Supremazia Nazionalista Bianca o Nera
Non mi van Narcomafie che spaccian Ero
Il Generale in tweed col Congresso prepotente
Gli eserciti a Est e Ovest che recluta il Presidente

E Verità in Argentina estorta con tortura
Terroristi governativi al potere in Salvador
Non mi vanno i Sionisti nel ruolo di nazi Sturmtruppen
Liberazion Palestinese che Israel cucina in islamiche zuppe

Non mi va in Gran Bretagna il Segreto di Stato
Se il governo poi uccide se la cava è accertato
Bimbi radicali gasati da Lacrimalpolizia
Dio non voglia, in Svizzera e Cecoslovacchia

In America è Attica in Russia è la Lubianka
In Cina se sparisci poi non ti riconosci neanche
Sorgete Sorgete cittadini del mondo usate i polmoni
Temon la vostra lingua i Tiranni delle Nazioni

Duecento miliardi di dollari gonfian la Guerra Mondiale
In USA ogni anno dicon che è da aumentare
In tanks aerei laser la Russia ha altrettanto
50 miliardi più o meno per ucciderci soltanto

Scuola a pezzi perché la Storia cambia e non dura
Metà del Mondo Libero di destra è dittatura
Il socialismo solo a Danzica funziona
Il mondo comunista lo salva la prigione

I Generali dicono sappiamo chi combattere
Chi poi, finché in guerra ingiusta han chi da battere
Gli ostaggi in Iran si gonfian con Media-isteria
Con 9 miliardi di dollari lo Scià se ne scappa via

Kermit Roosevelt e i suoi dollari rovesciaron Mossadeq
Volevan il petrolio ebbero Ayatollah, sai lo shock!
Rimisero lo Scià istruiron la Savak
Tutto l'Iran fu nostro ostaggio non è vero Jack?

Il vescovo Romero scrisse a Carter "Basta
Al traffico d'armi col Salvador" gli spararono in testa
Smentì la Casa Bianca White l'ambasciatore
Reagan lo richiamò guardava negli occhi da morte le suore

San che è tardi e non vota mezzo elettorato
La stampa l'ha chiamato un Gran Mandato
Alcuni per Reagan han votato a occhi aperti
3 su 4 però no, un Plebiscito, stiam certi

Dura la Verità il Falso è più facile
Leggi tra le righe il nostro Imperialismo è abile
Se pensi però che lo Stato del Popolo è bello
Nella brace ti butti cambiando padella

Il Sistema è Sistema Russia Cina lo stesso
Criticalo a Budapest e sei fritto da adesso
Coca Cola Pepsi Cola in Russia e Cina già ci stan
Kruscev gridava a Hollywood "Noi vi seppelliam"

America e Russia si voglion bombardare
Tutti morti e poi?      Via tutti a pregare
Meno i Generali in caverne nascosti
A incularsi l'un l'altro aspettando nuovi posti

Comunismo Capitalismo disperiamone infine
menton tutti oh sine sine oh sine
Sanguinosa cortina di ferro USA Potere Militare
Di russa Torre di Babel immagin speculare

Gesù immacolato da folla mandato al sacrifizio
Era legge, Erode pagava i soldati han fatto il servizio
Flowerpower sta ben ma innocenza non ha chi difesa la faccia
Chi sparò a John Lennon un venerator d'Eroi aveva per spaccia

La moral di 'sta canzone è che il mondo è un brutto posto
L'industria scientifica divora il genere nostro
Polizia dappertutto armata di gas e TV
Padroni segreti burocratizzano tutti, io, tu

Terroristi e polizia insieme costruiscono Rabbia di classe
Propaganda nasconde manipola il potere della Gente di Classe
Non sai distinguere tra un provocatore e un tacchino
Ti senti confuso stai certo del Governo c'è lo zampino

Consapevoli siate dovunque voi siate      Non paura
Fidate nel cuore lasciate la Paranoia a voi cara
Respiriam insiem con animo semplice
Armati d'umorismo cerchiam d'illuminar      l'umanità infelice

dicembre 1980


Allen Ginsberg  1926 - 1997



venerdì 27 settembre 2019

A. Gilioli... Quando Calcutta finirà...



Quando Calcutta finirà sott'acqua

Finché a soffrire del riscaldamento globale era qualche isoletta del Pacifico,
poteva sembrare quasi folclore; ora con l'acqua alla gola è invece il secondo
Paese più popoloso del mondo, l'India, e forse anche i negazionisti ammette-
ranno che qualcosa non va. Ad agosto le inondazioni hanno fatto più di 300 
morti e 200 mila sfollati nel Kerala e nel Karnataka, a sudovest del Paese;
a Calcutta invece, dove anche quest'anno il termometro ha superato i 45
gradi, gli scienziati hanno scoperto che le acque del Golfo del Bengala si
stanno alzando a una velocità superiore alla media del pianeta. Secondo
l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico nel 2070
proprio Calcutta sarà la città al mondo con più persone esposte alle inon-
dazioni costiere. Le risaie sulla foce del Gange sono già state abbandonate:
stanno diventando salate. Un rapporto della Banca mondiale prevede che solo
in Asia meridionale almeno 40 milioni di persone saranno costrette a emigrare
nei prossimi trent'anni per via dei cambiamenti climatici.  

1 di 6

2 di 6 - Giacarta
3 di 6 - Venezia 
4 di 6 - New York - New Orleans
5 di 6 - Maldive 
6 di 6 - Seychelles 


L'Espresso - 26 agosto 2018  

lunedì 23 settembre 2019

Haiku d'autunno...



.................... Haiku d'autunno ....................


Matsuo Basho 1644 - 1694

non un grano di polvere
a turbare il chiarore
del crisantemo bianco


Kobayashi Issa  1763 - 1827

        Dico parole brevi.
Se avessi anche un interlocutore...
      Luna di metà autunno.


Masaoka Shiki  1867 - 1902

vento d'autunno:
viviamo, e ci guardiamo l'un l'altra,
tu ed io

.................... Haiku d'autunno ....................


giovedì 19 settembre 2019

G. Barbujani...


Speranza e disperazione                                           


Negli ultimi cinque secoli i flussi migratori hanno raggiunto livelli senza precedenti, in
termini sia di distanze coperte, sia di quantità di persone che si spostano. E' tempo di affrontare
una domanda fondamentale: perché la gente migra? Una volta tanto, la risposta è semplice: o
perché vuole o perché deve. Perché vuole: i cacciatori seguono la selvaggina, gli agricoltori cercano
nuova terra arabile; si sposta continuamente chi commercia, di necessità, ma anche gli
industriali, in cerca di migliori infrastrutture e regimi  fiscali; fin dal Medioevo gli studenti
vanno nei posti dove l'istruzione è migliore o costa meno, e i loro docenti verso paesi in cui la
ricerca è meno trascurata. Molti di questi spostamenti incidono sulla società e sull'uso delle
risorse naturali: vivere vicino all'acqua semplifica la vita e i traffici, ma così certe aree si
riempiono di gente mentre altre si spopolano. E poi ci sono i cambiamenti climatici, gli
eventi politici e le epidemie. Allora si migra perché si deve: perché non c'è acqua o non c'è
lavoro; perché c'è la guerra o perché  non c'è ma ci hanno circondato di filo spinato; perché
si è in troppi, o in troppo pochi, o perché il gruppo (etnico, religioso, politico) cui apparteniamo
è perseguitato. Nel corso della preistoria e della storia tutto è cambiato più e più volte,
ma non le due molle che hanno spinto la gente via da casa: speranza e disperazione.


Guido Barbujani - Andrea Brunelli 
Il giro del mondo in sei milioni di anni
Il Mulino edizioni - 2018     

venerdì 13 settembre 2019

Numeri... Settembre 2019



Stati Uniti

Il paese delle armi
Dati  2019 aggiornati al 11 settembre


Sparatorie               39.231
Stragi*                          295
Feriti                       20.701
Morti                       10.363

* con almeno quattro vittime
           (feriti e morti) 

Fonte: Internazionale n. 1324

lunedì 9 settembre 2019

L. Masali...


Lago


Perché è una parola che non ha
                           paura di scendere
là dove fa buio
e l'acqua è profonda.
Troverò le parole per raccontare a
    Morgana la storia di sua nonna,
che non la può abbracciare perché
             un giorno era troppo triste
per accontentarsi di gurdare le
                                             onde
e ha voluto diventare un pesciolino.


Nuovo dizionario affettivo della lingua italiana 
Lago - Luca Masali - Fandango Libri - 2019

martedì 3 settembre 2019

L. Hughes...


Harlem


Cosa succede a un sogno rimandato?

Forse si prosciuga
Come uva appassita al sole?
O suppura come una ferita
E si spande?
Puzza forse come carne marcia?
O fa la crosta e si inzucchera
Come un dolce sciropposo?

Forse soltanto cede
Come un carico troppo pesante

O forse esplode?


Langston Hughes  1902-1967

venerdì 30 agosto 2019

P. Pasolini... Sembra ieri... TRE



Il potere è diventato un potere consumistico, infinitamente più efficace nell'imporre la propria volontà che qualsiasi altro potere al mondo. La persuasione a seguire una concezione edonistica della vita ridicolizza ogni precedente sforzo autoritario di persuasione.

Pierpaolo Pasolini 

lunedì 12 agosto 2019

J. Saramago...




Un funzionario del governo messicano, un tal Hank Gonzalez, a cui si deve riconoscere il merito
della franchezza, ancorché brutale, se non si preferisce piuttosto denunciarne il cinismo, ha appena
dato la risposta: "Ci sono cinque milioni di contadini d'avanzo," ha detto. questo è il problema che il
neoliberismo trionfante vuole risolvere in modo radicale: fare scomparire a poco a poco ( un geno-
cidio su scala planetaria farebbe troppo scandalo), sottraendo o negando loro condizioni minime di
vita, le centinaia di milioni di esseri umani che sono d'avanzo, siano essi indios dell'America o indios
dell'India, o neri dell'Africa, o gialli dell'Asia, o sottisviluppati di ogni dove. Quello che si sta pre-
parando nel pianeta azzurroè un mondo per ricchi (la ricchezza come una nuova forma di arianesimo), un mondo che non potendo, ovviamente fare a meno dell'esistenza dei poveri, ammetterà di conservare quelli che saranno strettamente necessari al sistema.


José Saramago - Diario dell'anno del Nobel
Feltrinelli ed. - 2019

mercoledì 7 agosto 2019

Primo Levi...


OGGI - 2019                                         


L'esperienza di Auschwitz è stata tale per me da
spazzare qualsiasi resto di educazione religiosa
C'è Auschwitz, quindi non può esserci Dio.

Primo Levi

venerdì 2 agosto 2019

2 Agosto 1980... Ore 10.25...


OGGI - 2019                               


Agostini Natalia - Ales Vito - Alganon Mauro - Avati Maria Idria - Barbaro Rosina -
Basso Nazzareno - Bergianti Euridia - Bertasi Katia - Betti Francesco - Bianchi Paolino -
Bivona Verdiana - Bonora Argeo - Bosio Anna Maria - Boudman Breton Irene -
Bugamelli Viviana - Burri Sonia - Caprioli Davide - Carli Velia - Casadei Flavia -  
Castellaro Mirco - Ceci Antonella - Dall'olio Franca - De Marchi Roberto -
Di Paola Antonino - Di Vittorio Mauro - Diomede Fresa Cesare Francesco -
Diomede Fresa Vito - Drouhard Brigitte - Ebner Berta - Ferretti Lina - 
Fornasari Mirella - Fresu Angela - Fresu Maria - Frigerio Errica - Gaiola Roberto -
Galassi Pietro - Gallon Manuela - Geraci Eleonora - Gomez Martinez Francesco -
Gozzi Carla - Kolpinski John Andrew - La Scala Antonio Francesco - Lanconelli Vincenzo -
Laurenti Pier Francesco - Lauro Salvatore - Lugli Umberto - Mader Eckhardt - Mader Kai -
Manea Elisabetta - Marangon Maria Angela - Marceddu Rossella - Marino Angelina -
Marino Domenica - Marino Leo Luca - Marzagalli Amorveno - Mauri Carlo - Mauri Luca -
Messineo Patrizia - Mitchell Catherine Helen - Molina Loredana - Montanari Antonio -
Natali Nilla - Olla Lidia - Patruno Giuseppe - Petteni Vincenzo - Priore Angelo - 
Procelli Roberto - Remollino Pio Carmine - Roda Gaetano - Rohrs Margret - Ruozi Romeo -
Sala Vincenzina - Salvagnini Anna Maria - Secci Sergio - Sekiguchi Iwao - Seminara Salvatore -
Serravalle Silvana - Sica Mario - Tarsi Angelica - Trolese Antonella Marina - Vaccaro Vittorio -
Venturi Fausto - Verde Rita - Zappalà Onofrio - Zecchi Paolo - 

 

martedì 23 luglio 2019

Geografia + matematica........... P. Rumiz...


Sembra ieri                    


Perché è il silenzio a offendere, più del razzismo. Basterebbe dire forte la verità. Ricordare che in ventidue milioni siamo partiti tra Otto e Novecento per cercare fortuna all'estero.
Ventidue milioni di italiani in mezzo secolo significa una nave con mille persone al giorno, per
cinquant'anni di fila. Mio nonno, l'oceano l'ha affrontato da solo, a otto anni, per fame.
Minore non accompagnato, accolto in Argentina come immondizia umana, portatore di crimini e malattie, ladro di lavoro, fottuto italiano, capace solo di far figli. 


Paolo Rumiz - Il filo infinito
Feltrinelli ed. - 2019

lunedì 15 luglio 2019

Paul Verlaine...


Il pagliaccio


Il palcoscenico scosso da un'orchestra enfatica
cigola sotto i grandi piedi del magro saltimbanco
che arringa, non senza finezza e disdegno,
i grulli che battono i piedi davanti a lui nel fango.

Il gesso della sua fronte e il belletto della guancia
destano meraviglia. Egli perora e zittisce all'improvviso
riceve pedate nel sedere, ilare,
bacia sul collo la sua enorme compagna, e fa la ruota.

Le sue ciance, di cuore e d'anima approviamole!
Il suo corto giubetto di tela a fiori ed i polpacci
che girano all'impazzata meritano che ci si fermi.

Ma ciò che tutti devono ammirare è soprattutto
quella parrucca da cui si drizza sulla sua testa,
svelto, un codino con in cima una farfalla.


Paul Verlaine  1844 - 1896

lunedì 8 luglio 2019

P. Pasolini... Sembra ieri... DUE



Il consumismo altro non è che una nuova forma totalitaria - in quanto del tutto totalizzante, in quanto alienante fino al limite estremo della degradazione antropologica.

Pierpaolo Pasolini 

giovedì 4 luglio 2019

Haiku d'estate...



Kobayashi Issa  1763-1828

si fa largo
tra la folla, brandendo
un papavero


Miura Chora  1729-1780

acqua fredda
e due gallette di riso:
la mia estate


Matsuo Basho  1644-1694

separazione -
le spighe dell'orzo
tormentate tra le dita

lunedì 1 luglio 2019

Walt Whitman...


da  "Canto il corpo elettrico"



Il corpo dell'uomo è sacro e il corpo della donna è sacro,
Non importa chi sia, è sacro - si tratta forse del più umile
         nella squadra dei manovali?
Si tratta forse di uno di quegli immigrati dal volto inebetito,
         testé sbarcati sul molo?
Ciascuno appartiene qui o dovunque, al pari dei ricchi,
         al pari di te,
Ognuno ha il posto che gli o che le compete nella processione.
(Tutto è processione,
L'universo è una processione con moto scandito e perfetto.)

Ma voi la sapete così lunga, che osate trattare i più umili d'ignoranti?
Credete forse d'avere diritto a un buon posto, e che lui o
          lei non abbian diritto a altrettanto?
Credete che la materia si sia rappresa dopo essere stata gassosa
          e diffusa, e che l'humus si trovi alla superficie,
          e che l'acqua fluisca e la vegetazione germogli,
Soltanto per voi, e non anche per lui e per lei?


Walt Whitman  1819 - 1892

lunedì 24 giugno 2019

Valerio Magrelli...




Su un'aria del Turco in Italia

       Cara Italia, alfin ti miro.
       Vi saluto, amiche sponde
       G. Rossini


Riposa tutta quanta la Penisola
avvolta da una trepida collana
di affogati. Ognuno di loro è una briciola
fatta cadere per ritrovar la strada.

Ma i pesci le hanno mangiate e i clandestini,
persi nel mare senza più ritorno,
vagano come tanti Pollicini
seminati nell'acqua torno torno.


da "MigrazioniMigrations"
Wole Soyinka
66thand2nd editore - 2016


lunedì 17 giugno 2019

Chris Abani...



Cartografie


Non c'è terra natale.
Siamo sempre su un binario
in attesa di un treno che quasi mai arriva.
L'espresso è un drago che urla in stazione.
A volte c'è la neve, a volte il sole. A volte diciamo:
è questa la mia stazione. Ma in realtà è tutto viaggio.
Nessuno dà e nessuno prende.
Il miracolo vero è che l'amore succede ogni volta.
Se c'è una terra natale è questa la sua geografia.
Io credo in Dio. Ecco l'ho detto.
Questo dimostra che sono nigeriano.
Eppure ci si può solo avvicinare all'oggetto del desiderio.
Eppure siamo sempre su un treno diretto verso la felicità.
Quel che raggiungiamo è caffè, biscotti e Bob nell'iPod.
Alessandria, in Egitto, è una città e una biblioteca -
speranza e destino.
Il mondo è spesso così.
Alcune cose sembrano sangue, alcune
sanno di fango e ruggine.
Non sono sangue. Non lo sono.
Libertà fumava la pipa sui gradini del museo
a Harare. Disse, tirando su col naso,
è arrivato presto l'inverno in Africa.
Non c'è nulla di gentile in questa antica guerriglia:
ma tutta grazia, tutta grazia.
Non le credevo quando disse:
una volta ho visto farfalle come l'anima di un uomo
in uno sminamento, in guerra. Qui,
a Venezia, vedo una zingara che canta
in Piazza San Marco. E i piccioni.
E la pioggia e un inspiegabile raggio;
luce azzurra da una vetrata colorata.
Forse è questo che intendeva dire Libertà.
Saggezza mi venne incontro all'aeroporto.
Non è mai troppo lontano il ritorno a casa, disse.
A Siena, in un bel bar di Piazza del Campo
a bere caffè davanti a mendicanti profughi dell'Est Europa,
un tizio mi dice: la letteratura in Italia non è come in Nigeria.
Qui non c'è sofferenza. Non abbiamo problemi da combattere.
L'orologio della torre batte le quattro.
Cosa si può dire a uno che ascolta Bob Marley
su un treno che sfreccia per la Toscana?
Jah Jah we're taking it easy, skanking it slow -
e che amore sia!


da "Migrazioni / Migrations"
Wole Soyinka
66thand2nd editore - 2016


mercoledì 12 giugno 2019

P. Pasolini... Sembra ieri... UNO



Il potere ha avuto bisogno di un tipo diverso di suddito, 
che fosse prima di tutto un consumatore.


Pierpaolo Pasolini 

lunedì 10 giugno 2019

Banksy...TRE


TRE                                 


I maggiori crimini del pianeta
non sono commessi da gente che viola le regole
ma da gente che segue le regole.
Sono gli esecutori di ordini a sganciare
bombe e massacrare villaggi.


- Banksy -

giovedì 6 giugno 2019

Banksy...DUE


                                             DUE                                  

Il poeta produce poesie.
il pittore produce dipinti.
il criminale produce crimini.
Se riesci a fare tutte e tre le cose insieme
li manderai in totale confusione. 


- Banksy -

lunedì 3 giugno 2019

Venezia... SERGIO TOPPI...



                                                     2019 - AUGURI ITALIA                                       
                         








Sergio Toppi

venerdì 31 maggio 2019

Banksy...UNO



UNO                                     



I graffiti sono uno dei pochi strumenti
in mano a chi non ha quasi niente.
 E anche se non si inventa un'immagine
 in grado di cancellare la miseria umana
 si può sempre riuscire a strappare
 un sorriso a un tizio mentre fa una pisciata.


- Banksy -

mercoledì 29 maggio 2019

Antonio Porta...



capisci adesso che ti avevo ben detto una verità semplice
per dio che i nazi sono qui tra noi che i campi
non ci sono per eccesso di pudore qui da noi ma ci sono
dove servono a far segnali (pinochet è uomo di parola)
possono essere messi su in quattro e quattr'otto coi disegni originali
ben conservati insieme ai manuali delle antiche torture
e le nuove come in un teatro anatomico coi vecchi bisturi ancora
appesi alle pareti ben tenuti da venerare e vi abbraccio forte


Antonio Porta  1935-1989
- 13.4.1976 -

lunedì 27 maggio 2019

Carlo Oliva...


Le grappe


è la grappa italiana proletaria
- forse semplicemente popolare -
fatta con la vinaccia
(al limite un sottoprodotto)
si digerisce male
a volte dà il singhiozzo
e non sopporta il ghiaccio.
il whisky si beve col ghiaccio; il cognac
di solito no, ma si potrebbe, volendo;
addirittura con l'acqua tonica il gin;
il rhum con quasi tutto, ma a berlo restano in pochi.

industrialmente lontane dal vino e dal grano
spiritose acquaviti occidentali
danno alla testa, lasciando lo stomaco in pace
(analisi feuerbachiana
del rapporto tra sfere diverse):
gustate il whisky, bevetelo fin che vi piace,
alto destino vi è dato, lodatene il cielo.

prevale la frutta ad oriente
là tra balcani e danubio, laddove prevale
politicamente (si dice) la classe operaia:
eccellente il barack palinka dell'Ungheria,
profumato e godibile, tanto ghiacciato che no;
in Romania la tzuiga è meglio del rakiul;
ma il capolavoro del genere resta la slivovitza,
meglio della tzuiga perché gli iugoslavi
- è noto - hanno fatto da soli la rivoluzione
non sono stati ad aspettare  (da bamba) l'armata rossa:
a volte mi piace pensare che l'eccellenza del barack
di Béla Kun testimoni, della remota esperienza   
di quei consigli operai, e forse, magari, perché
no? del tentativo del cinquantasei.

le grappe di frutta in Europa attestano sempre
il tentativo, se non la realizzabilità,
anche dove oggi impera il capitalismo avanzato.

kirsch, pera william, framboise, mirabelle, himbeergeist
conservano intatte le potenzialità di una volta:
siamo stati a un passo dalla rivoluzione in Germania,
la Francia ha avuto la sua Comune, lo stemma
austriaco s'orna tuttora (assurdo) di falce e martello.

in fondo il problema è che tu non puoi bere whisky
se non sei calvinista, con tutte le conseguenze
che già il Max Weber additò a colti e profani;
e cos'è, di grazia, il cognac, se non tentativo
di nobiltà ritrovata, concessa durante l'Impero
a solide borghesie di stampo termidoriano?
ahimè, ché se il rhum ha sentore
acre di colonialismo,
offende il nostro sincero gauchismo
il tradeunionismo del gin, ci allontana
nostro malgrado dal labbro proteso il bicchiere
la lumpentridentinità della grappa.

beviamo, allora compagni, sereni le grappe di frutta,
ovviamente coscienti del fatto che l'ambiguità
della vodka, con cui si fanno perfino i martini,
altro non rappresenta che l'ultima crisi
della credibilità del revisionismo.


Carlo Oliva  1943-2012

giovedì 23 maggio 2019

martedì 21 maggio 2019

Nanni Balestrini...


MARTEDI'                                                



Non è giusto fare questa vita di merda, dicevano gli operai nell'assemblea, nei capannelli alle porte. Tutta la roba, tutta la ricchezza che produciamo è nostra. Ora basta. Non ne possiamo più di essere della roba, della merce venduta anche noi. Vogliamo tutto.
pag.144   

Compagni, io sono di Salerno, ho fatto tutti i lavori nel sud come nel nord e una cosa ho capito. Che l'operaio ha solo due possibilità: un lavoro massacrante quando le cose vanno bene, o la disoccupazione e la fame quando vanno male. Io non so bene quale delle due cose è peggio. Ma tanto non è l'operaio che se la può decidere, è il padrone sempre che gliela decide.
pag.185

da " Vogliamo tutto " - 1971 - 

lunedì 20 maggio 2019

Nanni Balestrini...


LUNEDI'                                                                      


Questi giovani arrivano da un 'altro pianeta ha
commentato

è l'universo dei valori d'uso che si scontra con
la fabbrica e la produzione

e si convincono che non ci sia nessuno strumento
possibile per modificare il loro privato

non fanno che pensare al giorno in cui lasceranno
la Fiat per

per lavorare lavorano ma appena suona la sirena
scappano come lepri se possono si mettono in mutua

nella città disgregata dall'immigrazione resa inu-
mana dai quartieri ghetto dove la qualità della
vita è drammatica

il salario è insufficiente perché l'unica compara-
zione possibile sono i bisogni che emergono

i capi Fiat non hanno mai visto gli operi ridere
e gli viene una rabbia della madonna

non si affezionano al posto come ai tempi del mi-
racolo economico

nel 1979 si è esaurita anche la speranza della fab-
brica come luogo in cui si lotta per il potere

pag.22



mi chiede della legge che cazzo me ne frega della
legge

una donna di cinquant'anni con la borsa della
spesa entra nel negozio dicendo oggi si fa la
spesa gratis

gli scaffali del nuovo supermarket Fedco brilla-
vano bianchi e spogli mentre una poltiglia di al-
cuni centimetri di vari generi alimentari rico-
priva i pavimenti

quando ho lasciato la zona stava bruciando e le
fiamme prendevano quel poco che i saccheggiatori
si erano lasciati indietro

getti d'acqua nera da idranti rotti spazzavano
ciò che rimaneva del saccheggio fino al centro
delle strade

abbiamo intenzione di prenderci ciò che vogliamo
e vogliamo ciò di cui abbiamo bisogno
 
pag.31


da " Blackout " - 1980 - 


giovedì 16 maggio 2019

Bantustan... LOMBARDIA 2019



Bantustan... LOMBARDIA 2019





La parola fu usata per la prima volta nei tardi anni quaranta e deriva da bantu, che significa "gente", "popolo" nelle lingue bantu e -stan, che significa "terra" in persiano. Il termine ufficiale usato dal governo bianco era homeland ("terra natìa" in inglese, corrispondente all'afrikaans tuisland); "bantustan" veniva generalmente usata in senso peggiorativo dai critici dell'apartheid, ed è rimasto come termine più comune.
Negli anni del regime dell'apartheid voluto dal National Party allora al governo, le diverse etnie nere furono costrette a trasferirsi nei bantustan loro assegnati, e le loro possibilità di spostarsi sul territorio sudafricano furono fortemente limitate. I bantustan erano ufficialmente regioni autogovernate, ma di fatto erano dipendenti dall'autorità del governo sudafricano bianco.

lunedì 13 maggio 2019

Derek Walcott...


Il negro rosso che ama il mare



Io sono solamente un negro rosso che ama il mare,
ho avuto una buona istruzione coloniale,
ho in me dell'olandese, del negro e dell'inglese,
sono nessuno, o sono una nazione.

Derek Walcott

martedì 7 maggio 2019

O. Tokarczuk...


WIKIPEDIA


Mi sembra il progetto di conoscenza più onesto che l'uomo abbia mai realizzato. Si limita a ricordare che tutto ciò che sappiamo sul mondo viene fuori direttamente dalla nostra testa,come Atene dalla testa di Zeus. Le persone portano a Wikipedia tutto quello che sanno. Se il progetto avrà successo, questa enciclopedia, in continua crescita, sarà la più grande meraviglia del mondo. In essa troviamo tutto quello che sappiamo, ogni cosa, definizione, avvenimento, problema su cui ha ragionato il nostro cervello; citeremo la fonte e forniremo i link. In questo modo cominceremo a sferruzzare la nostra versione del mondo, a circondare il globo terrestre con il nostro racconto. Infiliamoci dentro tutto. Mettiamoci al lavoro! Che ognuno scriva almeno una frase su ciò che conosce meglio.

Ogni tanto però mi chiedo se la cosa funzionerà. Perché in fondo là ci può stare solo quello che riusciamo ad esprimere a parole. In questo senso una tale enciclopedia non potrà contenere proprio tutto. Per un giusto equilibrio deve quindi esistere un altro tipo di raccolta del sapere: quello che non sappiamo, il suo rovescio - ciò che non può far parte di nessuna lista di contenuti, tale che nessun motore di ricerca può gestire; data la sua enorme grandezza non potrà essere percorsa parola per parola ma si infileranno i piedi tra le parole, in profondità cavernose tra i concetti. A ogni passo scivoleremo e cadremo. Sembra quindi che l'unica possibilità sia quella di muoversi in profondità. Materia e antimateria. Informazione e controinformazione.


Olga Tokarczuk - da "I vagabondi"
Ed. Bompiani - 2019

lunedì 22 aprile 2019

Valerio Magrelli...


POETI. POETI ITALIANI                                                 

XIV

Del mostruoso travaso,
dell'immenso travaso,
del crudele trasporto, porto e parto,
dello strappo e lo stupro fra i nostri continenti,
il commissario vede solo i trucioli,
il residuato del processo industriale
che pialla interi popoli, ossa e sangue.
Conosce solo gli scarti di fabbrica,
gente arenata qui
come ossi di seppia o copertoni.


da "Il commissario Magrelli"
Valerio Magrelli  
Einaudi ed. - 2018


venerdì 19 aprile 2019

Valerio Magrelli...


POETI. POETI ITALIANI                                                       

XXXVIII

La camionetta, a volte,
carica le ragazze ucraine o nigeriane
e se le porta via, pena infinita,
dalla catena di montaggio di un sesso
senza orizzonte. Come in clausura,
una clausura stretta,
nella cella del sesso,
nella condanna alla ripetizione.
Assomiglia alla vendita degli organi,
però col donatore obbligato a assistere.


Valerio Magrelli
da "Il commissario Magrelli"
Einaudi ed. - 2018

mercoledì 17 aprile 2019

Philip K. Dick... 13 di 13



Se questo mondo vi sembra
spietato, dovreste vedere
cosa sono gli altri




Questa donna non mi disse niente che io già non sapessi, ma arrivando indipendentemente alla stessa conclusione mi diede il coraggio di parlare, di raccontare tutto questo, pur sapendo nello stesso tempo che in nessun modo . o perlomeno in nessun modo a me noto - questa tesi può essere verificata. Quello che posso fare, piuttosto, è assumere il ruolo di profeta, degli antichi profeti e degli oracoli come la sibilla di Delfi, e parlare di un meraviglioso giardino, molto simile a quello che si dice abbiano abitato un tempo i nostri antenati e infatti a volte io penso che si tratti proprio de quel mondo restaurato, come se una falsa traiettoria del nostro mondo dovesse essere finalmente corretta e noi dovessimo tornare di nuovo dove un tempo, migliaia di anni fa, vivevamo ed eravamo felici. Durante il breve momento in cui io lo percorsi ebbi la forte impressione che quella era la nostra casa legittima che avevamo in qualche modo perduto. Il tempo che vi passai fu breve - circa sei ore di tempo reale. Ma me lo ricordo bene. Nel romanzo che ho scritto con Roger Zelazny, Deus irae, lo descrivo, verso la fine, nel momento in cui il mondo viene liberto dalla maledizione grazie alla morte e trasfigurazione del Dio dell'ira. Ciò che più mi colpì di questo mondo-giardino, questo Binario C, furono gli elementi non-cristiani su cui era basato; la mia preparazione cristiana non mi aveva affatto preparato a una cosa del genere. Anche quando incominciò a delinearsi, io vidi il cielo; vedevo della terra e dell'acqua azzurra e tranquilla, e sulla riva una bella donna nuda che riconobbi per Afrodite. A questo punto questo mondo migliore si era ridotto a un semplice sfondo oltre una porta dorata; la cornice della porta pulsava di luce laser e diventava sempre più piccola e alla fine ahimè era scomparsa dalla vista, divorando se stessa nel nulla, sigillando duori ciò che v'era dietro. da allora non l'ho più visto, ma ho avuto la ferma impressione chequesto era il prossimo mondo - non dei cristiani - ma l'arcadia del mondo pagano greco-romano, qualcosa di più antico e più bello di ciò che la nostra religione può inventare per adescarci e tener viva la nostra moralità e la nostra fede. Ciò che vidi era molto antico, e molto bello. Cielo, mare, terra e la bella donna, e nient'altro, perché la porta si era chiusa e io ero rimasto chiuso qui fuori. Fu con un amaro senso di perdita che lo vidi andar via - la vidi andar via, per la verità, dal momento che tutto intorno a lei. Afrodite, scoprii leggendo nella mia Enciclopedia Britannica per vedere cosa potevo imparare su di lei, non era solo la dea dell'amore erotico e della bellezza estatica, ma anche l'incarnazione della forza generativa della vita stessa; nè era originariamente greca: all'inizio era stat una divinità semitica, accettata in seguito dai greci, che sapevano riconoscere una cosa buona quando la vedevano. Durante quelle ore preziose ciò che io vidi in lei era una piacevolezza di cui la nostra religione cristiana, almeno in confronto, è priva: una incredibile simmetria, lìarmonia palintona di cui scrisse eraclito: la perfetta tensione e il perfetto equilibrio di forze della lira che è incurvat dalle sue corde tese ma appare perfettamente statica, perfettamente immobile. La lira è un equilibrio dinamico, immobile solo perché le tensioni al suo interno sono in perfetta proporzione. Questa è la formulazione greca della bellezza: perfezione dinamica all'interno e apparente quiete. Contro questa armonia palintona l'universo manifesta l'altro principio estetico incarnato dalla lira greca: l'armonia palintropica, che è l'oscillazione avanti e indietro, delle corde quando vengono suonate. Io non la vidi così, e forse questo, la continua oscillazione avanti e indietro, è il ritmo più profondo e più grande dell'universo, le cose che vengono all'esistenza e poi passano e svaniscono; cambiamento invece di statica durevolezza. Ma per un breve momento io avevo contemplato la pace perfetta, il riposo perfetto, un passato che abbiamo perduto ma che ritorna a noi come attraverso un'oscillazione a lungo termine, disponibile come nostro futuro, in cui tutte le cose perdute saranno restaurate. C'è un passo affascinante nel Vecchio Testamento in cui Dio dice: "Perché io sto creando nuovi cieli e una nuova terra, e il ricordo delle cose passate non entrerà nella mente nè salirà in cuore". Quando leggo queste parole mi dico: Credo di conoscere un grande segreto. Quando il lavoro di ricomposizione e restauro sarà completato, non ricorderemo neanche le tirannidi, la crudele barbarie della terra che abbiamo abitato; "non entrerà nella mente" significa che noi fortunatamente dimenticheremo, e "non salirà al cuore" significa che il vasto corpo di dolore e di pena e di smarrimento e di delusione in noi sarà eliminato come se non ci fosse mai stato. Io credo che questo processo stia avendo luogo adesso, ha sempre avuto luogo adesso. E fortunatamente ci è permesso di dimenticare ciò che era in precedenza. E forse nei miei romanzi e nei miei racconti ho fatto male spingendovi  ricordare. 


                                                                                                  Santa Ana, California, 1977


Fine

      
Philip K. Dick - Se questo mondo vi sembra spietato,
dovreste vedere cosa sono gli altri - Edizioni e/o - 
Piccola biblioteca morale - 1996