lunedì 30 gennaio 2023

ETTY HILLESUM...

 

Etty Hillesum          


"E ora sembra che gli ebrei non potranno più entrare nei negozi di frutta e verdura, che dovranno consegnare le loro biciclette, che non potranno più salire sui tram né uscir di casa dopo le otto di sera.

dai diari 12 giugno 1942 

"La miseria che c'è qui è veramente terribile - eppure, la sera tardi, quando il giorno si è inabissato dietro di noi, mi capita spesso di camminare di buon passo lungo il filo spinato, e allora dal mio cuore si innalza sempre una voce - non ci posso far niente, è così, è di una forza elementare -, e questa voce dice: la vita è una cosa splendida e grande, più tardi dovremo costruire un mondo completamente nuovo"

"Si potrà mai descrivere al mondo esterno quel che è successo qui?"

dalle lettere scritte nel 1943 dal campo di transito di Westerbork , Olanda  


Etty Hillesum - Middelburg, Olanda 15 gennaio 1914 - Auschwitz 30 novembre 1943

giovedì 26 gennaio 2023

NUTO REVELLI... 27 gennaio


Nuto Revelli


La mia tradotta abbandona la stazione di Collegno alle ore 3 del 21 luglio 1942. E' una tradotta lunghissima, di 25-30 vagoni, e porta 6 ufficiali, 340 alpini, 90 muli e tante casse di materiale inutile.
...A Milano le donne fasciste, in sahariana bianca, ci fanno festa, distribuiscono acqua e ghiaccio...
Al Brennero incrociamo una tradotta tedesca diretta verso l'Africa Settentrionale...ci guardano dall'alto in basso, ridono dei nostri muli che scalciano contro le pareti di legno dei vagoni...Attraversiamo l'Austria, ancora bella, intatta...In Polonia il paesaggio cambia. Immense distese di terra che si perdono all'orizzonte. Ogni tanto un treno distrutto, capovolto. Per la prima volta sentiamo parlare dei partigiani, che sarebbero attivi e feroci. A Varsavia il primo incontro con gli ebrei. Ci chiediamo chi siano questi  civili - donne, uomini, bambini - vestiti di stracci, tutti marchiati con una stella gialla sul petto e sulla schiena, che vagano lungo i nostri binari, con le SS che li controllano con le armi puntate. Tutti gli ebrei hanno un secchio e una scopa. Sono addetti alla pulizia della stazione, devono raccogliere i rifiuti della nostra tradotta, Voglio capire, cerco di capire...A Stolpce, in Ucraina, gli ebrei sono più numerosi...La sosta è più lunga del solito. Giuseppe Grandi mi parla, ci parliamo, preparando il rancio. Questa gente muore di fame. Ne distribuiamo una parte, eludendo la sorveglianza delle SS. Gli alpini sono scesi tutti dalla tradotta, e nella confusione gli ebrei riescono ad avvicinarsi a noi, a raccattare un mestolo di minestrone. Una giovane donna riesce a farsi capire parlando in latino. Dice che poco lontano vi è un campo di sterminio: ogni giorno vi muoiono 300 ebrei. In me è come se si spezzasse qualcosa. Voglio capire bene, voglio capire tutto. E guardo, e fotografo con gli occhi tutto quello che vedo. Comincio a guardare i tedeschi con odio. La mia ignoranza è catastrofica. Non so nulla dei campi di sterminio. Ma mi rendo conto che la guerra dei tedeschi non è la mia guerra. E questo sentimento mi spaventa, mi angoscia. Non avevo capito niente del fascismo; nulla delle leggi razziali del 1938. E chi non capisce nel momento giusto rischia di capire quando è troppo tardi.


da " Le due guerre. Guerra fascista e guerra partigiana "
Einaudi editore - 2003

Nuto Revelli 1919 - 2004

lunedì 23 gennaio 2023

MICHELE SARFATTI... MARX 1938




Anche quei Marx facevano paura al fascismo     

Italia 1938, così uscì nei cinema e fu precipitosamente ritirato "Una notte all'opera": storie di censura e odio antisemita contro i geniali comici americani.


E' una storia vera, ma sembra un film  e potrebbe essere intitolato La guerra lampo contro 
i fratelli Marx. Cinquantaquattro anni or sono, per l'appunto sul finire di ottobre, i fratelli Marx furono i protagonisti a loro insaputa, di un film girato proprio qui in Italia. Quella che
segue è una sintesi della sceneggiatura, rimasta fino a oggi inedita e custodita dall'Archivio
centrale dello Stato. "La guida espertissima del regista Sam Wood sfruttando le capacità
sceniche e l'inesauribile personalissima vis comica delle tre maschere ha realizzato lo
spettacolissimo dell'allegria che farà di Groucho, Chico e Harpo Marx i veri dominatori
della moderna cinematografia comica". Così si chiudeva una gioiosa pubblicità de Una
notte all'Opera, uscita sul "Corriere adriatico" del 25 ottobre 1938 in occasione della 
proiezione del film nel cinema Teatro Vittorio Emanuele di Ancona. Ma in quei i "veri
dominatori" dell'Italia, del cinema e della cinematografia erano ben altri. E' così in un'altra
pagina di quel giornale un combattivo rappresentante del fascismo da poco ufficialmente
antisemita e delle forze della depressione dava il via ad una guerra lampo contro i fratelli
Marx destinata a concludersi con la sconfitta dello "spettacolissimo dell'allegria" e dei più
elementari sentimenti umani. Scriveva dunque quel 25 ottobre un non meglio identificato
"K.41": una notte all'Opera è un "film giudaico e per di più brutto". Esso è "prodotto dai
giudei Samuele Goldwyn e Luigi B. Mayer. è diretto dal giudeo Samuele Wood, e inter-
pretato dai tre fratelli giudei Marx. Questi tre ultimi maiali sono quelli stessi che nei circhi
equestri e nei palcoscenici americani accaparrano il dileggio sull'Italia e sul Fascismo"
L'articolista suinomane e depressore non faceva alcun cenno all'imminente proiezione
del film in Ancona e se la prendeva con quella in corso a Roma, protestando perché la Commissione della Censura Cinematografica (con tre maiuscole) l'aveva consentita.
Concludeva chiedendosi "se per caso, tra questi signori della Censura, non si nasconda
qualche Samuele o filo-Samuele sapientemente camuffato" La prosa è ributtante, ma 
tutt'altro che inusuale all'epoca. Va detto che la pubblicità del film aveva la forma di un
normale articolo. E così la contradditoria accoppiata dei due articoli ad una pagina di 
distanza finì per costituire un'eccellente gag, degna forse di figurare negli stessi film dei
Marx. E non pochi sfottò dovettero piovere sul capo del repressore K.41. Tanto che questi
il giorno dopo - siamo così al 26 - tornò sulla questione precisando che "il corsivo rispec-
chiava e rispecchia l'opinione del nostro giornale" mentre l'altro scritto era "un'inserzione
pubblicitaria che noi purtroppo non possiamo esimerci dal pubblicare, essendo le pubbli-
cità del giornale appaltata". Ricordava poi che appena sei giorni prima il "Corriere adria-
tico" aveva pubblicato un duro pezzo contro gli attori americani impegnati nella soli-
darietà alla Spagna antifranchista. Corsivo che conteneva un bello (il giudizio è mio)
elenco aperto per l'appunto dai fratelli Marx e ricco della presenza di Buster Keaton, 
Erroll Flynn, Clark Gable e altri. Concludendo K.41 scriveva: "Non ci resta dunque che
darci appuntamento al cinema per fischiare solennemente questi sporchi pagliacci".
Con questo progetto dal sapore antico - la scoperta di un potentissimo cattivissimo nemico
interno fu allo stesso tempo frutto e causa di un ritorno alle origini squadriste o perlomeno
a una militanza attiva - il fascista antisemita e repressore del "Corriere adriatico" terminò
il suo ruolo. Il comando della guerra lampo venne prontamente preso da tale Marcellini,
alto funzionario (nientepopodimeno) della prefettura di Ancona. Questi, letto il giornale,
all'ora di pranzo di quel 26 ottobre decise di telegrafare al ministero della Cultura popolare
e, per conoscenza , alla Direzione generale della Pubblica sicurezza del ministero dell'in-
terno (perbacco l'affare si faceva grosso). Riepilogati gli avvenimenti e mostrata la propria
diligenza (tramite la citazione del numero e della data del nulla osta concesso al film), Mar-
cellini assicurava di "aver disposto opportuno servizio di vigilanza) nel cinema e pregava "telegrafarmi urgenza se eventualmente per detto film sia intervenuta revoca autoriz-
zazione". Quest'ultima preghiera fuoriusciva nettamente dall'ambito della diligenza e si
caratterizzava a tutto tondo come un vero e proprio programma di azione. E' una perfetta
esemplificazione di come in quei tempi, al contrario di quanto alcuni oggi preferiscono
affermare, centinaia di funzionari statali animati da sacro zelo on solo applicarono dili-
gentemente quanto ordinato da Mussolini e dai vari gerarchi, ma fecero giungere a Roma
infiniti suggerimenti operativi, innumerevoli proposte di indurimento persecutorio. Tale
fu ed è il significato di quell''eventualmente. Nel  pomeriggio del 26 l'eventualmente
cominciò a fare il giro delle scrivanie del Minculpop e ben presto fu portato su quella 
del ministro in persona, Dino Alfieri, perfetto ufficiale dell'esercito fascista antisemita
e repressore. Dapprima probabilmente egli fece un balzo sulla sedia (quando mai spettava
alla provincia insegnare a Roma il da farsi!), subito però si ricompose e concentrò la sua
attenzione su come eventualizzare quell'eventualmente. Ci pensò un po' (non molto, ma
più di ventiquattro ore), si pentì di non di non aver ancora emanato un provvedimento
generale di espulsione degli ebrei dallo spettacolo, si consultò con l'ufficio addetto alla
censura e la mattina del 28 ottobre, distogliendosi dalle fondamentali celebrazioni della
marcia su Roma, telegrafò a tutti i prefetti e alla Ps la soluzione della questione: Una
notte all'Opera "est richiamato in appello, Proiezione detto film è per conseguenza 
vietata fine a nuovo ordine". Con ciò fascismo, antisemitismo e repressione avevano
vinto la loro guerra lampo contro i fratelli Marx. E la popolazione anconetana? Essa esce
da questa vicenda con dignità: nei due giorni di proiezione si recò al Vittorio Emanuele
in quantità tale da non consentire di definire deserta la sala, gustò il film e non raccolse
l'invito fischiaiolo di K.41. Questo perlomeno e ciò che si deduce da quanto afferma e da
quanto tace la relazione inviata (nientepopodimeno) dal prefetto in persona La Via ai due
ministeri interessati ("... non si sono avuti a deplorare incidenti di sorta, né alcuna manife-
stazione ostile o a favore). Sulla copia della relazione pervenuta al ministero dell'Interno
venne apposto nientepopodimeno che il timbro "Visto da S.E. il Capo della polizia", tutte 
le carte vennero poi archiviate e lo Stato fascista, antisemita e repressore passò ad arianiz-
zare un altro comparto della società


Michele Sarfatti - L'Unità - 24/ottobre/1994 




giovedì 19 gennaio 2023

ALDO NOVE.....................CONTENITORE CAPODANNO


CONTENITORE CAPODANNO                                



254 Negli autogrill degli ego residuali               


Non avendo più potere d'acquisto
acquistiamo la Verità allo stesso
modo stregato che ci era concesso 
negli autogrill del tempo che abbiamo visto

finire e ci sentiamo ancora vivi
e accumuliamo le nostre opinioni
come fossero eterne in capannoni
mentali dove i buoni ed i cattivi

vengono ad accumularsi. E questi beni
sono la sola merce che è rimasta
da conservare. Orgogliosi, pieni

di private virtù questo ci basta.
Fantasmi in un fatale andirivieni
di certezze e di sughi per la pasta.

14 agosto 2021   


Aldo Nove  da "Sonetti del giorno di quarzo"

domenica 15 gennaio 2023

EDOARDO SANGUINETI.....................CONTENITORE CAPODANNO


CONTENITORE CAPODANNO                                 


Decalogo "Dei diritti e dei doveri"

Diritto al lavoro
Diritto all'abitazione
Diritto alla salute
Diritto all'antifascismo
Diritto di collaborare allo sviluppo della società:
Con il proprio lavoro
Con l'organizzazione del luogo abitativo
Con la tutela del proprio formarsi e della propria efficienza
Con l'approfondimento della propria cultura
Con l'impegno antifascista


Edoardo Sanguineti -  2004

martedì 10 gennaio 2023

PATRICK OUREDNIK..................CONTENITORE CAPODANNO

 

Le predisposizioni di Adolf                               CONTENITORE CAPODANNO


     Adolf era nato il 20 aprile 1889 in una cittadina austriaca, Braunau am Inn, il giorno del
novantasettesimo anniversario della dichiarazione di guerra  della Prussia alla Francia.
Secondo la testimonianza dei vicini, sua madre era una donna onesta e devota che si divi-
deva tra la chiesa, le faccende di casa e l'educazione dei figli. Aveva i capelli castani
e gli occhi grigio azzurri. Il padre, un ispettore doganale, era un marito autoritario,
fissato con la disciplina. Picchiava la moglie in media una volta alla settimana, secondo
le consuetudini dell'epoca.
     Al giovane Adolf sarebbe piaciuto diventare un pittore. Ha senz'altro delle
predisposizioni, aveva detto di lui il maestro di scuola. Ma era stato respinto all'esame
di ammissione all' Accademia di Belle Arti di Vienna, la capitale. "Tratto maldestro.
Composizione confusa. Immaginazione convenzionale": ecco cosa aveva decretato
l'Accademia di Belle Arti. Poco dopo, Adolf aveva scoperto di avere un altro talento:
una forza di persuasione sul suo entourage. Abile oratore e insegnante eccellente,
era riuscito in poco tempo a costituire un partito politico combattivo, vincere le elezioni, 
diventare l'uomo politico più popolare del paese e scatenare una guerra mondiale.


Patrick Ourednik - La fine del mondo sembra non sia arrivata - 
2018 - Quodlibet Edizioni


venerdì 6 gennaio 2023

PATRICK OUREDNIK..................CONTENITORE CAPODANNO


Colui che scava                                                      CONTENITORE CAPODANNO


     Adolf non avrebbe dovuto chiamarsi Hitler, che viene da Hiedl, sorgente d'acqua sotterranea.
Suo padre si chiamava Alois Schicklgruber, nome che indicava Colui-che-scava-un-invaso-per-far-
defluire-il-liquame. Alois, figlio bastardo di Maria Anna Schicklgruber, sposatasi in seguito,
aveva cambiato nome su richiesta dello zio adottivo che voleva farne il suo erede. In sostanza,
Adolf avrebbe dovuto chiamarsi Colui-che-scava-un-fosso-per -fare-evacuare-il-liquame. E, a 
dispetto di tutti i suoi talenti oratori, nessuno nella folla avrebbe potuto ragionevolmente
gridare "Viva Colui-che scava-un-fosso-per-fare-evacuare-il-liquame". Con un nome simile,
Adolf sarebbe diventato al massimo un ispettore doganale, e la più mostruosa delle guerre
non avrebbe mai avuto luogo.
     Anche se. Bastava tra i suoi conoscenti un propagandista astuto o un qualunque direttore di
marketing per trasformare il liquame in tutto ciò da cui la razza tedesca andata depurata: ebrei,
assassini, ladri, pazzi, storpi, degenerati. E la folla avrebbe gridato " Viva l'evacuatore della Nazione ".


Patrick Ourednik - La fine del mondo sembra non sia arrivata -
2018 - Quodlibet Edizioni

lunedì 2 gennaio 2023

Haiku di capodanno...



 Haiku di capodanno


           Brace.       
Tutto ciò che ricordo
       sono poesie.      

Murakami Kijo  1865 - 1938

  
Haiku di capodanno