domenica 24 aprile 2016

lunedì 18 aprile 2016

David Byrne...

Qual è il limite temporale per la giustizia?  

Le persone la cui vita è stata rovinata dalla Stasi, o da un ministero simile in qualunque parte del mondo, hanno diritto a un risarcimento economico? Il loro patrimonio immobiliare dovrebbe esser restituito loro, o ai loro eredi? Avrebbero dovuto istituire una commissione per la verità e la riconciliazione, come è accaduto in Sudafrica, per chiarire le cose e permettere alla nazione e agli individui di voltare pagina? (Secondo tale modello, non sono previste punizioni né risarcimenti, ma solo se viene resa nota tutta la verità.) La popolazione dello Zimbabwe, l'ex Rhodesia, negli ultimi anni ha preteso la restituzione dei terreni agricoli sottratti molto tempo fa ai suoi antenati dai coloni bianchi. Costoro hanno vissuto in tali tenute espropriate  anche per tre generazioni, e naturalmente adesso le considerano di loro proprietà; e vedono il paese stesso come la loro patria. I bianchi accettano- così ci dicono- l'idea che la nazione non debba e non possa più esser governata da stranieri, e neppure da una minoranza bianca, ma considerano quelle case e quelle terre di loro proprietà. Hanno tirato su dei bambini, costruito infrastrutture e valorizzato i campi. E non solo nelle loro terre. Sono stati loro, almeno fino a un certo punto, a creare le infrastrutture che hanno permesso al paese di funzionare. Ma, dopo la recente svolta politica e la perdita del potere da parte dei bianchi, il loro diritto a  tenersi l'ottanta per cento delle terre coltivabili soltanto perché i loro antenati l'hanno rubato sembra intaccato e con scarse probabilità di sopravvivere. Mugabe, sebbene sia giunto al potere promettendo la prosperità a una nazione africana  sovrana, ricca di risorse e con infrastrutture efficienti, si è purtroppo rivelato un despota corrotto e violento, deciso a conservare il potere a ogni costo. I discendenti degli abitanti originari dell'era precoloniale, insieme ai rappresentanti autonominatisi di Mugabe, avidi e opportunisti, hanno cominciato a riappropriarsi delle terre con la forza. E' giusto? Non proprio, ma non lo fu neppure l'appropriazione delle terre compiuta molti anni fa dai bianchi. qualcuno potrebbe sostenere che la giustizia è stata semplicemente rimandata. Se riesco a rubarti qualcosa, e tu non sei in grado di esigere la restituzione delle tue proprietà o della tua terra, anche per generazioni, questo le rende a un certo punto mie, legalmente e moralmente? Basta il mero scorrere del tempo a trasferire il diritto di proprietà da una persona a un'altra? E quanto? Dieci anni? Cento? Mille? E' probabile che qualunque tentativo di conseguire la giustizia assoluta, sia destinato a fallire. Forse la giustizia assoluta, come ogni altro assoluto. esiste di rado, se non nella matematica. Nello Zimbabwe i bianchi verranno sgomberati a forza, le terre da essi valorizzate, almeno in certi casi, resteranno purtroppo inutilizzate, e alcune di esse verranno inevitabilmente rovinate dai loro nuovi proprietari, non troppo avvezzi a gestire simili risorse. Molto probabilmente ci saranno appropriazioni senza scrupoli e lotte per impossessarsi delle terre tra i nuovi proprietari. Ma forse, dopo un certo tempo. se la situazione non sfuggirà completamente di mano, verrà raggiunto un qualche equilibrio. Qualcuno sosterrà che nessun bianco appartiene a quella terra, e non avrà tutti i torti. Ma con un po' di comprensione e clemenza forse qualcuno dei discendenti dei ladri potrà trovare un posto e una casa in cui sistemarsi. e magari ottenere persino stima e rispetto. Nella storia di quasi tutti noi, qualunque sia la nostra razza, c'è qualcosa di cui vergognarsi. A volte è vicino, a memoria d'uomo, un costante memento. A volte è successo generazioni fa, e anche se personalmente non proviamo alcun senso di colpa, né ci sentiamo in debito, le cose cambiano, e ciò che è dimenticato o sepolto torna  a galla. Direi che è sempre più difficile per chiunque, ovunque si trovi, affermare: "Io appartengo a questo luogo e tu no". Le migrazioni umane non si sono mai fermate, sono incessanti, e mescolarsi, sebbene non sia facile, spesso può rivelarsi fecondo: una sorgente di innovazione e di creatività. A un certo punto ci sarà una sanguinosa mischia per accaparrarsi quelle splendide ville moderniste degli anni cinquanta nel quartiere Vedado dell'Avana? Israele, la Palestina, il South Dakota, il Tibet - nella storia di ciascuno di questi luoghi c'è l'appropriazione di terre da parte di un gruppo etnico ai danni di un altro. Un furto di terra o di proprietà preannuncia ineluttabilmente un furto per ristabilire lo status quo? La giustizia rimandata è inevitabile?  Si può definire giustizia? Quando scade il tempo per la giustizia e il risarcimento, ammesso che scada? Le vittime della Stasi possono chiedere un qualche risarcimento? Gli ebrei tedeschi possono reclamare le loro case a Lipsia e Berlino (quelle ancora in piedi)? I discendenti dei russi che andarono in esilio dopo la rivoluzione possono tornare e pretendere le loro splendide case a San Pietroburgo? Le moltitudini di cinesi che durante la Rivoluzione culturale furono cacciate dai teppisti della Guardia Rossa dalle case in cui la loro famiglia aveva vissuto per generazioni potranno mai farvi ritorno? Quando giunge il suo turno al potere, chiunque può far correre all'indietro l'orologio della storia?  E le relative violenze rappresentano forse una forma di giustizia? Esiste davvero qualcuno che sia veramente originario del luogo in cui vive? In molti casi, credo di no. E forse, in qualche modo, è proprio qui che si cela la risposta alle nostre domande.

lunedì 11 aprile 2016

Otzi...............Gary Snyder

In cammino


Cammina a passo regolare sul pendio - roccia e cespugli fitti -
vento nelle orecchie, brezza che fa leggermente ondeggiare la barba -
nuvole basse, da ovest, a batuffoli -
oltrepassare ed attraversare le alte cime; varchi nel cielo blu -
in lontananza -
tra sbuffi di nuvole bianche e grigie si nasconde un crinale.
Attraverso una fessura nella roccia, chiazze blu di ombre di nuvole e sole -
la brezza cala -
si entra nella neve adesso, sole dietro le nuvole ma sempre luce fortissima.

Ginocchio dolorante e spalla indolenzita - ma -
sto per uscire sul campo di ghiaccio per attraversarlo e scendere dall'altra parte,
ancora neve e rocce e abeti più in basso.
Proprio adesso sole e vento - il mio coltellino,
l'occorrente per il fuoco, una figlia sistemata, questo cammino solitario.


- Gary Snyder
4000 anni fa - 22 Sett. 2004

da: This Present Moment, Counterpoint, Berkeley 2015

sabato 2 aprile 2016

2 Aprile 1916...Oggi...Cento anni fa

2 aprile 1916
2 aprile 2016

Con la nostra famosa artiglieria, gli abbiamo ricacciato con grande perdite circa migliaia di austriaco morti e ferite. Io con sangue freddo sotto i tire della artiglieria nemico non ho mai abbandonato il mio posto della feritoia e ho fatto circa 8 hora di fuoco contra gli austriaci e forse o ucciso una cinquantina di austriaco questa volta, col mio fucile mi dispiace molte che non ho potuto uccidere nemeno uno austriaco colla baionetta questa volta, perché quando abbiamo dato l’asalto loro hanno fugito tutte dal posizione che abbiamo conquistato.


lettera di Americo Orlando, nato in Brasile da migranti abruzzesi, partito volontario e morto sul fronte dell’Isonzo nell’agosto del 17



Karl Blossfeldt

      Oggi...Cento anni fa