lunedì 22 aprile 2019

Valerio Magrelli...


POETI. POETI ITALIANI                                                 

XIV

Del mostruoso travaso,
dell'immenso travaso,
del crudele trasporto, porto e parto,
dello strappo e lo stupro fra i nostri continenti,
il commissario vede solo i trucioli,
il residuato del processo industriale
che pialla interi popoli, ossa e sangue.
Conosce solo gli scarti di fabbrica,
gente arenata qui
come ossi di seppia o copertoni.


da "Il commissario Magrelli"
Valerio Magrelli  
Einaudi ed. - 2018


venerdì 19 aprile 2019

Valerio Magrelli...


POETI. POETI ITALIANI                                                       

XXXVIII

La camionetta, a volte,
carica le ragazze ucraine o nigeriane
e se le porta via, pena infinita,
dalla catena di montaggio di un sesso
senza orizzonte. Come in clausura,
una clausura stretta,
nella cella del sesso,
nella condanna alla ripetizione.
Assomiglia alla vendita degli organi,
però col donatore obbligato a assistere.


Valerio Magrelli
da "Il commissario Magrelli"
Einaudi ed. - 2018

mercoledì 17 aprile 2019

Philip K. Dick... 13 di 13



Se questo mondo vi sembra
spietato, dovreste vedere
cosa sono gli altri




Questa donna non mi disse niente che io già non sapessi, ma arrivando indipendentemente alla stessa conclusione mi diede il coraggio di parlare, di raccontare tutto questo, pur sapendo nello stesso tempo che in nessun modo . o perlomeno in nessun modo a me noto - questa tesi può essere verificata. Quello che posso fare, piuttosto, è assumere il ruolo di profeta, degli antichi profeti e degli oracoli come la sibilla di Delfi, e parlare di un meraviglioso giardino, molto simile a quello che si dice abbiano abitato un tempo i nostri antenati e infatti a volte io penso che si tratti proprio de quel mondo restaurato, come se una falsa traiettoria del nostro mondo dovesse essere finalmente corretta e noi dovessimo tornare di nuovo dove un tempo, migliaia di anni fa, vivevamo ed eravamo felici. Durante il breve momento in cui io lo percorsi ebbi la forte impressione che quella era la nostra casa legittima che avevamo in qualche modo perduto. Il tempo che vi passai fu breve - circa sei ore di tempo reale. Ma me lo ricordo bene. Nel romanzo che ho scritto con Roger Zelazny, Deus irae, lo descrivo, verso la fine, nel momento in cui il mondo viene liberto dalla maledizione grazie alla morte e trasfigurazione del Dio dell'ira. Ciò che più mi colpì di questo mondo-giardino, questo Binario C, furono gli elementi non-cristiani su cui era basato; la mia preparazione cristiana non mi aveva affatto preparato a una cosa del genere. Anche quando incominciò a delinearsi, io vidi il cielo; vedevo della terra e dell'acqua azzurra e tranquilla, e sulla riva una bella donna nuda che riconobbi per Afrodite. A questo punto questo mondo migliore si era ridotto a un semplice sfondo oltre una porta dorata; la cornice della porta pulsava di luce laser e diventava sempre più piccola e alla fine ahimè era scomparsa dalla vista, divorando se stessa nel nulla, sigillando duori ciò che v'era dietro. da allora non l'ho più visto, ma ho avuto la ferma impressione chequesto era il prossimo mondo - non dei cristiani - ma l'arcadia del mondo pagano greco-romano, qualcosa di più antico e più bello di ciò che la nostra religione può inventare per adescarci e tener viva la nostra moralità e la nostra fede. Ciò che vidi era molto antico, e molto bello. Cielo, mare, terra e la bella donna, e nient'altro, perché la porta si era chiusa e io ero rimasto chiuso qui fuori. Fu con un amaro senso di perdita che lo vidi andar via - la vidi andar via, per la verità, dal momento che tutto intorno a lei. Afrodite, scoprii leggendo nella mia Enciclopedia Britannica per vedere cosa potevo imparare su di lei, non era solo la dea dell'amore erotico e della bellezza estatica, ma anche l'incarnazione della forza generativa della vita stessa; nè era originariamente greca: all'inizio era stat una divinità semitica, accettata in seguito dai greci, che sapevano riconoscere una cosa buona quando la vedevano. Durante quelle ore preziose ciò che io vidi in lei era una piacevolezza di cui la nostra religione cristiana, almeno in confronto, è priva: una incredibile simmetria, lìarmonia palintona di cui scrisse eraclito: la perfetta tensione e il perfetto equilibrio di forze della lira che è incurvat dalle sue corde tese ma appare perfettamente statica, perfettamente immobile. La lira è un equilibrio dinamico, immobile solo perché le tensioni al suo interno sono in perfetta proporzione. Questa è la formulazione greca della bellezza: perfezione dinamica all'interno e apparente quiete. Contro questa armonia palintona l'universo manifesta l'altro principio estetico incarnato dalla lira greca: l'armonia palintropica, che è l'oscillazione avanti e indietro, delle corde quando vengono suonate. Io non la vidi così, e forse questo, la continua oscillazione avanti e indietro, è il ritmo più profondo e più grande dell'universo, le cose che vengono all'esistenza e poi passano e svaniscono; cambiamento invece di statica durevolezza. Ma per un breve momento io avevo contemplato la pace perfetta, il riposo perfetto, un passato che abbiamo perduto ma che ritorna a noi come attraverso un'oscillazione a lungo termine, disponibile come nostro futuro, in cui tutte le cose perdute saranno restaurate. C'è un passo affascinante nel Vecchio Testamento in cui Dio dice: "Perché io sto creando nuovi cieli e una nuova terra, e il ricordo delle cose passate non entrerà nella mente nè salirà in cuore". Quando leggo queste parole mi dico: Credo di conoscere un grande segreto. Quando il lavoro di ricomposizione e restauro sarà completato, non ricorderemo neanche le tirannidi, la crudele barbarie della terra che abbiamo abitato; "non entrerà nella mente" significa che noi fortunatamente dimenticheremo, e "non salirà al cuore" significa che il vasto corpo di dolore e di pena e di smarrimento e di delusione in noi sarà eliminato come se non ci fosse mai stato. Io credo che questo processo stia avendo luogo adesso, ha sempre avuto luogo adesso. E fortunatamente ci è permesso di dimenticare ciò che era in precedenza. E forse nei miei romanzi e nei miei racconti ho fatto male spingendovi  ricordare. 


                                                                                                  Santa Ana, California, 1977


Fine

      
Philip K. Dick - Se questo mondo vi sembra spietato,
dovreste vedere cosa sono gli altri - Edizioni e/o - 
Piccola biblioteca morale - 1996

lunedì 15 aprile 2019

Philip K. Dick... 12 di 13



Se questo mondo vi sembra
spietato, dovreste vedere
cosa sono gli altri




Una cosa voglio che sappiate: sono cosciente che le mie affermazioni - di aver recuperato ricordi seppelliti do un presente alternativo e di aver percepito l'agente responsabile di aver organizzato quell'alterazione - quelle affermazioni non è possibile provarle né fare in modo che suonino razionali nel senso comune del termine. Mi ci sono voluti più di tre anni per convincermi a raccontare ad altri che non siano i miei più stretti amici l'esperienza incominciata con l'equinozio d'inverno del 1974. una delle ragioni che mi spingono a parlarne finalmente in pubblico, a fare apertamente queste dichiarazioni, è un incontro che ho avuto recentemente, che tra l'altro assomiglia a quello di Hawthorn Abendson nella Svastica sul sole con Juliana Frink. Juliana ha letto il libro di Abendson sul mondo in cui la Germania, il Giappone e l'Italia hanno perso la seconda guerra mondiale e sente che potrebbe dirgli ciò che essa ha compreso del libro. La scena finale della Svastica sul sole credo sia stata la fonte per una scena simile nel mio recente racconto La fede dei nostri padri, in cui una ragazza, Tania Lee, si mostra e rivela al protagonista la sua situazione reale - vale a dire che gran parte del mondo è illusorio, e non per caso. Per parecchi anni ho avuto la sensazione, una sensazione crescente, che un giorno una donna, a me completamente sconosciuta, mi avrebbe contattato e mi avrebbe detto che aveva delle informazioni da darmi, poi sarebbe comparsa alla mia porta, proprio come Juliana alla porta di Abendson, e mi avrebbe detto con la massima serietà esattamente ciò che Juliana dice a Abendson - che il mio libro, come il suo, in un certo senso letterale, reale e fisico non era fiction, ma la verità. questo è proprio quello che mi è capitato recentemente. Parlo di una donna che sistematicamente leggeva tutti i miei romanzi, più di trenta, e molti dei miei racconti. Ed è comparsa; e mi era completamente sconosciuta; e mi ha informato di questo fatto. All'inizio era curiosa di scoprire se io sapevo, o almeno se sospettavo. Le indagini reciproche, i cauti interrogatori, durarono tre settimane. Non mi informò improvvisamente o immediatamente, ma piuttosto gradatamente, osservando attentamente ogni passo del cammino, ogni passo lungo la via della comunicazione e della comprensione, per vedere la mia reazione. Fu davvero una questione importantissima per lei guidare quattrocento miglia per visitare uno scrittore di cui aveva letto molti libri, libri di fiction, frutto dell'immaginazione dello scrittore, per dirgli che vi sono dei mondi sovrapposti in cui viviamo, non un solo mondo, e che lei aveva accertato che lo scrittore in qualche modo era coinvolto con almeno uno di questi altri mondi, cancellato in qualche momento passato, ritessuto e rimpiazzato, e soprattutto per chiedergli se sapeva tutto questo. Fu un momento di tensione, ma molto gioioso, quando lei capì che poteva parlare liberamente; quel momento non arrivò nel nostro incontro finché lei non fu sicura che io potevo affrontarlo. Ma tre anni prima io avevo postulato che, se i miei ricordi recuperati erano veri, era solo un questione di tempo prima che avvenisse un contatto, un cauto tentativo da parte di qualcuno, un approccio da parte di una persona che aveva letto i miei libri e per una ragione o per l'altra aveva dedotto la realtà delle cose - cioè sapeva qual'era l'informazione significativa veicolata dai miei romanzi e racconti. Essa sapeva, grazie ai miei libri, di quale mondo avevo avuto esperienza, quale dei molti; ciò che non poteva capire finché non glielo dissi era che nel febbraio del 1975 ero passato in un terzo presente alternativo, che chiameremo Binario 3, e questo era un giardino o in parco di bellezza e di pace, un mondo superiore al nostro, che veniva alla vita. Potei allora parlarle di tre anziché di due mondi: la nera prigione di ferro che era stata; il nostro mondo intermedio in cui esistono ancora la guerra e l'oppressione, benché siano state molto ridotte; e poi un terzo mondo alternativo che un giorno, quando le variabili giuste saranno state riprogrammate nel nostro passato, si materializzerà e si sovrapporrà a questo... e in cui, svegliandoci, potremo credere di aver sempre vissuto, essendo fortunatamente sradicato dalla nostra memoria il ricordo di questo mondo intermedio, come quello della vecchia e nera prigione di ferro. Potrebbero esserci altre persone come questa donna, che hanno dedotto dalle prove interne ai miei scritti, oltre che dai loro stessi ricordi superstiti, che il panorama che io descrivo come fittizio è o è stato in un certo senso letteralmente reale, e che se una realtà più triste può aver occupato un tempo lo spazio che occupa ora il nostro mondo, è ragionevole supporre che il processo di miglioramento non finisca necessariamente qui; questo non è il migliore dei mondi possibili, esattamente come non è il peggiore.

                                                             12 - continua



Philip K. Dick - Se questo mondo vi sembra spietato,
dovreste vedere cosa sono gli altri - Edizioni e/o - 
Piccola biblioteca morale - 1996

venerdì 12 aprile 2019

Philip K. Dick... 11 di 13



Se questo mondo vi sembra
spietato, dovreste vedere
cosa sono gli altri




Un articolo di giornale su questo discorso potrebbe essere intitolato: Scrittore dichiara di aver visto Dio, ma non è in grado di descrivere ciò che ha visto. Se considero i termini per mezzo dei quali l'ho definito - Programmatore e Riprogrammatore - forse posso estrarne una parziale risposta. Lo chiamo così perché questo è ciò che gli ho visto fare: egli aveva già programmato le nostre vite sulla Terra, ma adesso stava alterando uno dei fattori fondamentali - e questo allo scopo di completare una struttura, un piano. Ragiono seguendo questo filo: uno scienziato che lavora su un computer non altera i risultati dei suoi calcoli, né li influenza o li pregiudica permettendosi di entrare in questi calcoli egli stesso. Un etnologo non si permette di inficiare le proprie scoperte partecipando alla cultura che studia. Questo significa che in certi tipi di situazioni è essenziale che l'osservatore resti estraneo a ciò che osserva. Non c'è niente di male in questo, nessuna sconfitta. E' semplicemente necessario. Se davvero noi siamo, collettivamente, spinti lungo sentieri prestabiliti verso un esito prestabilito, l'entità che ci spinge lungo queste linee, l'entità che non solo desidera quel particolare esito, ma vuole quell'esito, non deve entrarvi esplicitamente o il risultato ne sarà compromesso. Ciò a cui dobbiamo quindi rivolgere la nostra attenzione non è il Programmatore - sono gli eventi programmati. Per quanto nascosto sia il primo. i secondi saranno di fronte a noi; ne siamo coinvolti - di fatto, siamo gli strumenti per mezzo dei quali si realizzano. La mia mente non ha dubbi per quanto riguarda le più vaste finalità storiche della riprogrammazione che riuscì così spettacolarmente e gloriosamente nel 1974. Attualmente sto scrivendo un romanzo su questo fatto; il romanzo si intitola Valis, che sta per  Vast Acting Living Intelligence System (Sistema della grande intelligenza attiva e vivente). Nel romanzo uno scienziato governativo, molto dotato ma un po' matto, formula un'ipotesi secondo la quale, da qualche parte del nostro mondo, esiste un organismo mimico di grande intelligenza; è così abile nell'imitare oggetti e processi naturali che gli umani solitamente non si accorgono di lui. Quando, a causa di cambiamenti o di circostanze eccezionali, un uomo lo percepisce, si limita a chiamarlo Dio e si accontenta diquesto. Ma nel mio romanzo lo scienziato governativo è deciso a trattare quest'entità intelligente eimitativa come uno scienziato tratterebbe qualsiasi cosa prenda in analisi. Il suo problema è però che secondo la sua stessa ipotesi egli non può scoprire l'entità - il che certo rappresenta per lui un'esperienza frustrante. Ma nel mio romanzo racconto anche di un'altra persona, sconosciuta a questo scienziato governativo; questa persona ha avuto esperienze insolite per le quali non ha elaborato alcuna teoria. Egli ha infatti incontrato Valis, che sta per riprogrammarlo. I due personaggi hanno tra di loro l'intera verità: l'ipotesi giusta ma inverificabile da parte di uno, l'esperienza inesplicabile da parte dell'altro. Ed è con quest'altro uomo, con il nonscienziato, che io mi identifico, perché egli come me, sta incominciando a recuperare i ricordi bloccati di un altro mondo, memorie che non può avere. Ma egli non ha nessuna teoria. Assolutamente nessuna. Nel romanzo compaio anch'io come personaggio, col mio vero nome. Io sono uno scrittore di fantascienza che ha accettato un grosso anticipo per un romanzo ancora da scrivere e adesso deve finirlo entro il termine stabilito. Nel libro io conosco entrambi questi uomini, Houston Paige, lo scienziato governativo con la teoria, e Nicolas Brady, che sta vivendo l'inesplicabile esperienza. Incomincio a utilizzare materiale di entrambi. Il mio scopo è semplicemente quello di ottemperare i miei impegni contrattuali. Ma mentre scrivo della teoria di Houston Paige e dell'esperienza di Nicolas Brady, incomincio  capire che tutto si lega. Nel romanzo io sono l'unico a possederesia la chiave che la serratura. Voi capite sicuramente che in Valis è inevitabile che alla fine Houston Paige, e Nicolas Brady si incontrino. Ma questo incontro ha uno strano effetto su Houston Paige, quello con la teoria. In conseguenza della conferma della sua teoria, Paige ha un totale crollo psicologico. Egli poteva immaginarla, ma non crederla. Nella sua testa quest'ingegnosa ipotesi è dissociata dalla realtà. E questa è una mia ferma convinzione: che molti di noi credono in Valis, in Dio o in Brahma, ma se dovessimo davvero incontrarlo semplicemente non lo sopporteremmo. Sarebbe come un bambino reso matto dal Natale. Egli può sopportare l'attesa e la speranza, potrebbe pregare, desiderare, supporre e immaginare e perfino credere; ma la vera manifestazione - questo è troppo per i nostri poveri circuiti. Eppure il bambino cresce e c'è l'uomo. E anche questi circuiti crescono. Ma ricordare un mondo diverso, scartato? E percepire la grande mente pianificatrice che operò quell'abolizione, quella rottura del male?



11 - continua                                       



Philip K. Dick - Se questo mondo vi sembra spietato,
dovreste vedere cosa sono gli altri - Edizioni e/o - 
Piccola biblioteca morale - 1996                                  

giovedì 4 aprile 2019

Philip K. Dick... 10 di 13



Se questo mondo vi sembra
spietato, dovreste vedere
cosa sono gli altri




Caddi vittima di una trappola della polizia, finii nella rete. In questo, che chiamerò Binario 2, ho avuto miglio fortuna. Ma in questo binario abbiamo combattuto contro una tirannide molto più leggera, molto più stupida. O forse siamo stati aiutati: l'anteriore riprogrammazione di una o più variabili storiche ci ha salvato. A volte penso (e questa è naturalmente pura speculazione, una felice fantasia delle mia anima) che a causa di ciò che abbiamo fatto laggiù - o che abbiamo comunque tentato di fare, e molto coraggiosamente - noi che eravamo direttamente coinvolti abbiamo avuto il permesso di vivere qui, oltre il termine che ci ha abbattuto in quell'altro mondo peggiore. E' una sorta di grazia miracolosa. Questo dono serve a rivelare, a me perlomeno, alcuni aspetti del Programmatore. Me lo fa per comprendere per analogia. Credo che noi non possiamo sapere che cosa egli sia, ma possiamo fare esperienza del suo funzionamento, e così chiedere: "A che cosa assomiglia?". Non "Che cos'è?", ma piuttosto: "Com'è". Innanzitutto, cosa più importante, egli controlla gli oggetti, i processi e gli eventi nel nostro mondo spazio-temporale. Questo è per noi l'aspetto primario, anche se intrinsecamente egli può possedere aspetti di maggiore grandezza, ma che ci riguardano meno direttamente. Ho parlato di me stesso come di una variabile riprogrammata e ho parlato di lui come del Programmatore e Riprogrammatore. Durante un breve periodo di tempo, nel marzo del 1974, al momento in cui io venni risintetizzato, fui percettivamente cosciente - cioè cosciente in, maniera esteriore - della sua presenza. A quel tempo non avevo idea di ciò che vedevo. Sembrava energia plasmica. Aveva dei colori. Si muoveva velocemente, concentrandosi e disperdendosi. Ma di ciò che era non sono sicuro neanche adesso, posso soltanto dirvi che egli aveva imitato gli oggetti più comuni e i loro processi copiandoli in maniera così abile da rendersi invisibile in essi. Come dicono gli autori dei Veda, egli era il fuoco nella pietra focaia, la lama nel rasoio. Ricerche successive mi hanno mostrato, che, in termini di esperienza culturale di gruppo, a questa onnipresente entità immanente è stato dato il nome Brahma. Citerò un frammento di una poesia americana, di Emerson, che esprime ciò che io provai:

   Fanno male i loro conti quelli che mi trascurarono;
   quando mi fanno volare io sono l'ala.
   Sono il dubitante e il dubbio
   e l'inno sono che il bramino canta.

Con questo intendo dire che durante quel brave periodo - questione di ore, forse di un giorno - non percepii nulla che non fosse il Programmatore. Tutte le cose del nostro pluriforme mondo erano suoi segmenti, o sottosezioni. Alcune erano ferme, ma molte si muovevano e lo facevano come parti di un organismo vivente che respirava, cresceva, cambiava, evolveva verso uno stato finale che nella sua assoluta saggezza egli aveva scelto per sé. Voglio dire che lo percepii come auto-creantesi, non dipendente da nulla al di fuori di sé semplicemente perché non c'era nulla al di fuori di lui. Nel vedere ciò capii davvero che per tutta la vita ero stato letteralmente cieco; mi ricordo che ripetevo continuamente a mia moglie: "Ho recuperato la vista! Posso vedere di nuovo!". Mi sembrava che fino a quel momento, per quanto riguardava la natura della realtà intorno a me, non avessi fatto che tirare a indovinare. Capivo che non avevo acquisito una nuova facoltà o un nuovo senso, ma piuttosto ne avevo recuperato uno antico. Per un giorno circa vidi come un tempo tutti vedevamo, migliaia di anni fa. Ma come eravamo a perdere quella vista. quest'occhio superiore? La sua morfologia deve essere in noi ancora presente, non solo latente; altrimenti non avrei potuto recuperarla, neppure per breve tempo. Questo mi incuriosisce ancora. Come fu che per quarantasei anni non vidi veramente ma solo indovinai la natura delle cose, e poi per breve tempo vidi, davvero persi quella vista e tornai semi-cieco? Il periodo di tempo in cui vidi davvero fu, evidentemente, quello in cui ii Riprogrammatore stava rilavorandomi. Si era fatto avanti, palpabilmente sensibile e vivo, come sceso al suolo; si era rivelato. Così si dice che il cristianesimo, l'ebraismo e l'islamismo sono religioni rivelate. Il nostro dio è il deus absconditus; il dio nascosto. Ma perché? Perché e necessario che noi ci inganniamo guardando la natura della nostra realtà? Perché si è mascherato in una pluralità di oggetti diversi e ha mascherato i suoi movimenti come una pluralità di processi di cambiamento? Tutti i cambiamenti, tutte le permutazioni della realtà che vediamo sono espressioni del crescere e del dispiegarsi intenzionale di questa unica entelechia; è una pianta, un fiore, una rosa che si apre. E' un ronzante favo di api. E' musica, una sorta di canto. Naturalmente io ho visto il Programmatore come è realmente, come si comporta realmente solo  perché egli si è chinato su di me per darmi nuova forma, per cui dico "so perché l'ho visto", ma non posso dire "so perché non lo vedo adesso, né perché nessun altro lo vede". Forse dimoriamo collettivamente in una specie di ologramma al laser, creature reali in un quasi-mondo artificiale, un palcoscenico all'interno dei cui artefatti e delle cui creature si muove una mente destinata  rimanere sconosciuta?

10 - continua                                  



Philip K. Dick - Se questo mondo vi sembra spietato,
dovreste vedere cosa sono gli altri - Edizioni e/o - 
Piccola biblioteca morale - 1996     
                           

lunedì 1 aprile 2019

Philip K. Dick... 9 di 13



Se questo mondo vi sembra
spietato, dovreste vedere
cosa sono gli altri

                              


Ricorderete ho sottolineato come, dopo essere scivolato in un mondo migliore, il Generale di Polizia Buckman subisse un cambiamento interiore appropriato alle qualità del mondo migliore, più giusto, più amorevole, più caldo in cui la tirannide dell'apparato della polizia incominciava a svanire come un sogno al risveglio del sognatore. Nel marzo del 1974, quando recuperai i miei ricordi sepolti (un processo chiamato in greco anamnesi, che letteralmente significa perdita di dimenticanza, piuttosto che semplice azione del ricordare) - sulla base di quei ricordi che riaffioravano alla coscienza io, come il Generale Buckman, subii un cambiamento di personalità. Come il suo fu fondamentale, ma nel contempo sottile. Ero io eppure non ero io. Lo notai soprattutto da piccoli particolari: cose che avrei dovuto ricordare e che non ricordavo (ah, quali cose!9 ma che non avrei dovuto ricordare. Evidentemente questa doveva essere la mia personalità in quello che chiamerò Binario 1. Credo che vi possa interessare un aspetto dei miei ricordi restaurati che mi colpisce come sorprendentissimo. Nel precedente presente alternativo, nel Binario 1, il  cristianesimo era illegale, come duemila anni fa, alle sue origini. Era visto come sovversivo e rivoluzionario - e lasciatemi aggiungere che questa valutazione da parte delle autorità era corretta. Mi ci vollero quasi due settimane, dopo il ritorno dei ricordi della mia vita nel Binario 1, per liberarmi della potente impressione che tutti i riferimenti a Cristo, tutti gli atti sacerdotali, dovevano essere coperti da un assoluto segreto. Ma storicamente questo si adatta al modello di un potere fascista, specialmente nella sua versione nazista. Essi vedevano davvero in questo modo il cristianesimo. E, se avessero vinto la guerra, questa sarebbe stata senza dubbio la loro politica nella parte degli Stati Uniti che controllavano. Per esempio, i Testimoni di Geova, sotto il nazismo, venivano gasati nei campi di concentramento insieme agli ebrei e agli zingari; erano i primi della lista. E nell'altro stato totalitario, per le stesse ragioni, il cristianesimo è proibito e i suoi membri sono perseguitati; intendo naturalmente l'Urss. I tre grandi stati tirannici della storia che hanno assassinato la loro popolazione cristiana - Roma, il Terzo Reich e l'Urss - sono, da un punto di vista oggettivo, tre manifestazioni di un'unica matrice. Le vostre convinzioni personali in fatto di religione qui non sono in questione; ciò che è in questione è un fatto storico, e per questo vi chiedo di valutare obiettivamente ciò che significava a proposito della società del Binario 1 il fatto che improvvisamente, ricordando, sentissi un enorme timore vedendo i riti cristiani e le dichiarazioni di fede. Ci dice quanto radicalmente essa era diversa. Se mi avete seguito fin qui, vorrei che accettaste le mie affermazioni relative agli altri ricordi che ritornarono sotto l'effetto del sodio pentathol. Era una prigione; era terribile; siamo riusciti ad abbatterla, proprio come la tirannide di Nixon, ma era molto più crudele, incredibilmente più crudele, e ci fu una grande battaglia con grandi perdite di vite umane. E permettetemi, vi prego,di aggiungere un altro fatto, forse oggettivamente poco importante, ma per me ugualmente interessante. Fu nel febbraio del 1974 che i miei ricorsi bloccati del Binario 1 ritornarono e fu nel febbraio del 1974 che Episodio temporale fu finalmente pubblicato, dopo due anni di ritardi. Era quasi come se l'uscita del romanzo, che era stata così a lungo rimandata, significasse che in un certo senso per me andava bene ricordare. Ma fino ad allora era meglio che non lo facessi. Perché fosse così non lo so, ma ho l'impressione che i ricordi non dovevano venire a galla finché i materiali non fossero stati pubblicati molto sinceramente da parte dell'autore come fiction. Forse, se avessi saputo, sarei stato troppo spaventato per scrivere il romanzo. O forse mi sarei auro-censurato, interferendo così in qualche modo con l'efficacia di tutti questi libri - qualunque potesse essere o sia stata la loro efficacia. Non dichiaro neanche che vi fosse uno scopo reale; forse non ce n'era affatto, ma se c'era - e ripeto  e sottolineo "se" - era certamente quello di stimolare i ricordi subliminali del lettori a ritornare in vita - non a un vita conscia, non a entrare nella consapevolezza come nel mio caso, ma di rammentare loro, a livello profondo, benché inconscio, come è una tirannide poliziesca e come sia vitale, sempre, on ogni binario sconfiggerla. Nel marzo del 1974 le mosse cruciali per deporre Nixon stavano incominciando. In agosto, cinque mesi dopo, si dimostrarono vincenti, anche se queste riprogrammazioni, questi interventi nel nostro presente, potrebbero essere state pensate in vista di un futuro piuttosto che per noi. Come ho detto all'inizio, sembra che le idee abbiano una vita autonoma; esse paiono impadronirsi delle persone e farne uso. L'idea che si impadronì di me ventisette anni fa e non mi ha mai più abbandonato è questa: una società in cui la gente ficca il naso negli affari altrui non è una buona società e uno stato in cui il governo "sa di voi più di quanto voi non sappiate di voi stessi", come si dice in Episodio temporale, è uno stato che deve essere abbattuto.  Può essere una teocrazia, uno stato corporativo fascista o un capitalismo monopolistico reazionario, o un socialismo centralistico - questi aspetti non hanno importanza. E non sto solo dicendo "può avvenire qui", intendendo gli Usa, ma piuttosto "è avvenuto qui. Me ne ricordo. Io ero uno dei cristiani segreti che lo combattevano e che almeno in una certa misura hanno contribuito ad abbatterlo". E ne sono molto orgoglioso: orgoglioso di me nel Binario 1. Ma purtroppo c'è una triste sensazione che accompagna il mio orgoglio e il mio lavoro laggiù. credo di non aver vissuto, in quel precedente mondo, oltre il marzo del 1974. 


9 - continua                          


Philip K. Dick - Se questo mondo vi sembra spietato,
dovreste vedere cosa sono gli altri - Edizioni e/o - 
Piccola biblioteca morale - 1996