sabato 23 luglio 2016

Antonio Moresco...Zingari di merda...



Gli uomini non stanno mai fermi. Vanno avanti, ritornano indietro, vanno ancora avanti, ogni giorno un metro in più, mille chilometri in più, a piedi, a cavalcioni degli animali, sulle macchine scalcagnate che corrono in piena notte sulle autostrade, sopra l'orizzonte curvato, dentro la nube gastrica dell'atmosfera, lungo i cerchi di questo piccolo pianeta rotante illuminato di tanto in tanto dalla stella del Sole.

Antonio Moresco...
Zingari di merda...
Giovanni Giovannetti...
edizioni Effigie...3 di 3

martedì 19 luglio 2016

Antonio Moresco.......Zingari di merda...



Tutto è mosso. Se si va vicino, molto vicino a tutta questa disperazione e a questa ferita, si vede che è tutto mosso, che ci sono le oscurità e le luci, le persone diverse ciascuna chiusa nel proprio involucro di carne, le singole vite, che persino sui bordi di questa piaga tutto si divincola e brulica, come i microrganismi e le cellule che combattono alla cieca per la propria esistenza e salvezza fin dentro il cuore della materia infettata. Niente è fermo. Nell'indistinto ogni cosa si muove. C'è qualcosa, da una parte e da un altra, dalla parte degli zingari e da quella degli altri e persino dei nemici degli zingari, che non sta mai fermo, si muove. Non bisogna nascondersi una parte della verità per far andare a posto le cose. L'Europa di questi anni è percorsa e attraversata da queste migrazioni e da queste tragedie, che molti fingono di non vedere per non trarne le conseguenze, per poter continuare a gestire il segmento breve e cieco dell'economia e della politica. E' così nel cosiddetto mercato del lavoro, quello legale e quello illegale, quello illegale legalizzato dagli stati e dai gruppi economici e quello dell'economia criminale globale che sorregge le economie emerse, con i continui scontri tra gruppi economici mascherati dietro strumentali discorsi e principi di facciata, il libero mercato, la libera circolazione di uomini e merci, che ognuno intende a modo suo e secondo il proprio comodo e la propria convenienza, la nuova rappresentazione del mondo che copre una dinamica e una realtà ben diverse, il razzismo alimentato e pilotato, i provvedimenti xenofobi per tenere alte le rendite politiche ed elettorali dei professionisti di questa sola professionalità di tirar fuori il peggio dalle persone pescando nel torbido, della sicura e redditizia scuola della cattiveria e dell'inimicizia tra i gruppi umani. L'Europa, i suoi aggregati umani che hanno raggiunto dopo due devastanti guerre mondiali un certo benessere economico si sono inventati la favola che si può fermare il tempo e quella cosa che abbiamo chiamato storia, che si possono mettere i paletti attorno al proprio cortile in modo che non passi più nessuno, che i miserabili si possono tenere fuori all'infinito o si possono rendere utili alle moderne economie orizzontali scatenate attirandoli come una massa di nuovi schiavi con bassi salari resi possibili dagli squilibri economici e monetari. Ma guai se si rendono troppo visibili in casa nostra, se ci impongono di nuovo la vista delle loro eterne facce da poveri, se dobbiamo sentire di nuovo il loro fetore. Eppure l'Europa non è niente se non è anche questa forza e questa disperazione.


Antonio Moresco...
Zingari di merda...
Giovanni Giovannetti...
edizioni Effigie...2 di 3












venerdì 15 luglio 2016

Antonio Moresco.......Zingari di merda...

... pendolare tra la Romania e l'Italia, arrivato anche lui fin qui attraverso il tunnel spaziotemporale che ha portato gli zingari dall'antica  India attraverso l'Armenia, la Persia, l'Impero Bizantino, fino al cuore di questa nuova Europa cosiddetta globale dove vive, come gran parte del suo popolo, senza mai farsi assimilare completamente, gestendo un'economia preindustriale precaria, intermittente, parassitaria e di sussistenza, vivendo con le briciole che cadono dalla tavola dei nuovi presunti padroni d'Europa, gli scarti, in questa nuova dimensione economica che ha la pretesa di definirsi globale ma che pretende nello stesso tempo che gli uomini stiano fermi continuando a recitare la parte economica che è stata loro assegnata. Invece ogni cosa si muove, gli uomini si spostano, si sono sempre spostati, si sposteranno sempre, mettono continuamente in sofferenza le strutture che si fissano per alcuni istanti nel corso del tempo nella loro continua ricerca e illusione di ricchezza e salvezza. Orde di donne e uomini, migrazioni umane che si spostano dall'Africa, dall'Asia, dall'America meridionale, gli stessi barbari che premevano contro le frontiere presidiate dell'Impero Romano. Allora c'erano i generali e anche i generali che diventavano poi imperatori che li ricacciavano indietro continuamente con la guerra, che portavano la guerra di conquista sui loro stessi territori aprendo continue voragini geopolitiche, anche nelle zone che stiamo attraversando e in quelle dove siamo diretti. Adesso pretendono che gli uomini stiano fermi, o che si spostino solo secondo le loro convenienze economiche e le loro alchimie finanziarie, che le migrazioni umane cessino, senza neanche assumersi il peso e il prezzo spaventoso delle guerre, con le loro campagne di stampa, le loro ipocrite, inutili leggi, purché non si avvicinino troppo numerosi al piccolo bottino che hanno creduto di avere messo in salvo nella loro piccola Europa e nelle altre piccole zone boreali del mondo. Si sono inventati persino delle piccole e contingenti teorie per rassicurarsi che la vita si ferma, che la storia si ferma, dopo quelle sul progresso illimitato su cui si sono fondate rivoluzioni politiche e nuovi imperi economici. Mentre queste orde di miserabili di cui avevano perso conoscenza si stanno riaffacciando con le loro facce arcaiche anche nel cuore del nostro continente. La parte più enigmatica e meno gestibile e assimilabile di quest'orda sono questi antichi migratori che vengono non si sa bene da dove, né perché, che si stanno spostando metro dopo metro anche attraverso il nostro continente. con un continuo movimento pendolare in avanti e all'indietro e poi ancora in avanti, a macchia di leopardo, da sei secoli almeno, e che adesso stanno compiendo questo nuovo tratto del loro inconcepibile viaggio nel cuore stesso del nostro paese e sotto i nostri occhi.

Antonio Moresco...
Zingari di merda...
Giovanni Giovannetti...
edizioni Effigie...1 di 3

15 Luglio 1916...Oggi...Cento anni fa



15 luglio 1916
15 luglio 2016

Fratelli

Di che reggimento siete
fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presene alla sua
fragilità

Fratelli


Giuseppe Ungaretti
















      Oggi...Cento anni fa      












domenica 10 luglio 2016

Dino Battaglia...Come appare il Diavolo...


Come appare il Diavolo ai Milanesi
durante la peste del 1630,
quando abitava in corso di Porta Romana




10/10

domenica 3 luglio 2016

3 Luglio 1916...Oggi...Cento anni fa

3 luglio 1916
3 luglio 2016

Fra le ondulazioni dolcissime dell’Altipiano, vestite del folto pratile, il trillo dell’allodola nell’estate è segnato da una nota di apprensione paurosa: un bizzarro spaventapasseri fa venir l’itterizia alle povere creature, avvezze al deserto silenzio della vegetazione. Esse lo credono un mostro giallo e maligno, che guarda l’universo con l’occhio dell’augurio funebre: ma egli non è che il vecchio e bravo capitano, a cui il Ministero ha tardato la promozione, a cui la guerra ha cosparso di peli e di sudiciume la faccia, ha impolverato le scarpe e bisunto il vestito. Come un palo sgangherato egli sorge dal verde, le tasche rigonfie di carte e di oggetti di prima necessità, gli abiti d’un color frusto e pieni di ogni sorta di pataffie, la giacca corsa da funicelle che reggono il cannocchiale e il fischietto e la borsa, la cravatta sollevata nel collo, la faccia malata e stanca. Guarda con tristezza la montagna da cui sgorga la rabbia nemica, porta senza gioia la medaglia della campagna coloniale, aspetta senza desiderio la colazione. Mentre le granate fischiano paurosamente egli è ritto nel prato, calmo perché ha fatto quanto poteva per riparare i suoi soldati, e pensa all’ardua prova che il decadere della vita gli serba, dopo tutti i disinganni e le amarezze di questa.


da “Giornale di guerra e di prigionia” di Carlo Emilio Gadda




 Karl Blossfeldt


       Oggi...Cento anni fa