mercoledì 29 novembre 2017

Nicanor Parra... PREGHIERE


Padre nostro                                                               - PREGHIERE -


Padre nostro che sei nei cieli
Pieno di ogni tipo di problemi
Con la fronte aggrottata
Come se fossi un qualunque uomo della strada
Smetti di pensare a noi.

Comprendiamo che soffri
Perché non puoi aggiustare le cose.

Sappiamo che il Demonio non ti lascia in pace
Distruggendo quanto tu costruisci.

Lui se la ride di te
Ma noi con te piangiamo:
Non preoccuparti del suo riso diabolico.

Padre nostro che sei dove sei
Circondato da angeli sleali
Sinceramente: non soffrire più per noi
Devi renderti conto
Che non sono infallibili gli dei
E che noialtri perdoniamo tutto.


Nicanor Parra   1914



venerdì 24 novembre 2017

Roman Jakobson...




Neppure il futuro ci appartiene. Tra qualche decennio ci affibbieranno duramente il titolo di "uomini dello scorso millennio". Avevamo soltanto canzoni affascinanti che ci parlavano del futuro, e d'un tratto queste canzoni da dinamica del presente si sono trasformate in fatto storico-letterario. Quando i cantori sono uccisi, e le canzoni trascinate al museo e attaccate con uno spillo al passato, ancora più deserta, derelitta e desolata diventa questa generazione, nullatenente nel più autentico senso della parola.



Roman Jakobson - 5 giugno 1930

da "Una generazione che ha dissipato i suoi poeti"

lunedì 20 novembre 2017

Giovanni Antonelli...



"E se è vera la scala fabbricata dal prof. Lombroso e compagni, quella cioè che dall’anomalo, dall’esaltato, dall’originale, dall’eccentrico va sino al matto, Lombroso che conosce così bene la materia, sarà per certo a capo di essa scala. Difatti, egli nel corso di sua vita, avrà voluto appagare molti suoi desideri bizzarri, sarà quindi mattoide; avrà avuto qualche momento di mestizia, sarà quindi lipemaniaco; avrà creduto che altri non riconosca i suoi meriti letterari e scientifici, sarà quindi delirante di persecuzione; vorrà scriver sempre e non saranno i suoi scritti tutta farina del suo sacco, sarà dunque kleptografomane; crederà alla propria infallibilità nella sua qualifica di pontefice della scuola psichiatrica, sarà dunque megalomane; sognerà pazzi dappertutto, ed eccolo anco allucinato"

Origine dei manicomi

Quando i feroci despoti - da pazzi fur tacciati,
pensaro a far ricoveri - e far ricoverati;
astuzia memorabile - che tanto lor giovò.
E se di pazzi il titolo - gl'incolse i dì seguenti
in cui orrende sursero - galere per dementi,
concorde in cuor sardonico - la turba sì ragliò:
- Noi siamo ricchi e inviolabili - né alcun misfatto vale
per esser chiusi in carcere, - ovvero nell'ospedale;
siam sempre gentiluomini - fra mille oscenità.
Benché innocenti, o miseri, - di senno riboccanti,
sono per voi gli ergastoli - gli strazi tutti quanti;
della ricchezza libera - schiava è la povertà!

Al Lombroso

Appena fu di mie vicende istrutto,
Lombroso chiese tosto il mio ritratto,
e, dopo averlo ben guardato tutto,
- ecco, esclamò, il bernoccolo del matto! -
Io lui conobbi appresso: egli è sì brutto,
che - a dire il vero - s'assomiglia a un gatto;
a uno di quei gatti a dente asciutto,
che sempre mangia, e non si sazia attatto.
- Ei, mi disse il Morselli, - è il gran Lombroso,
che di te parlerà nel suo volume. -
E poscia a lui: - Quest'è l'autor morboso. -
Io torsi su colui beffardo il lume,
e irruppi con accento dignitoso:
Salve, o di tutti i matti, eterno nume!


Giovanni Antonelli  1848 - 1918

La figura del poeta girovago è familiare all'Italia di fine 800. E' cantastorie,propagandista sociale, conferenziere popolare. Giovanni Antonelli fu uno di questi. Marchigiano, autodidatta, dodici anni nella Marina Militare, prese a viaggiare a piedi per la penisola. Più volte arrestato, venne poi internato in manicomio. Per 20 anni passa da un manicomio all'altro, spesso fuggiasco, oggetto di grande curiosità tra i medici per la vasta cultura, l'intelligenza e l'estro poetico. Anche il Lombroso si interessò a lui, ma Giovanni Antonelli gli rispose in rima, e in prosa nell'introduzione al volume che pubblicò nel 1893 "Il libro di un pazzo".

lunedì 13 novembre 2017

W. H. Auden...


La verità, vi prego, sull'amore


Dicono alcuni che amore è un bambino,
           e alcuni che è un uccello,
alcuni che manda avanti il mondo,
           e alcuni che è un'assurdità,
e quando ho domandato al mio vicino,
           che aveva tutta l'aria di sapere,
sua moglie si è seccata e ha detto che
            non era il caso, no.

Assomiglia a una coppia di pigiami,
    o al salame dove non c'è da bere?
Per l'odore può ricordare i lama,
    o avrà un profumo consolante?
E' pungente a toccarlo come un pruno,
    o lieve come morbido piumino?
E' tagliente o ben liscio lungo gli orli?
    La verità, vi prego, sull'amore.

I manuali di storia ce ne parlano
          in qualche noticina misteriosa,
ma è un argomento assai comune
          a bordo delle navi da crociera;
ho trovato che  vi si accenna nelle
          cronache dei suicidi,
e l'ho visto persino scribacchiato
          sul retro degli orari ferroviari.

Ha il latrato di un alsaziano a dieta,
   o il bum-bum di una banda militare?
Si può farne una buona imitazione
   su una sega o uno Steinway da concerto?
Quando canta alle feste è un finimondo?
   Apprezzerà soltanto roba classica?
Smetterà se si vuole un pò di pace?
   La verità, vi prego, sull'amore.

Sono andato a guardare nel bersò;
          lì non c'era mai stato;
ho esplorato il Tamigi a Maidenhead,
          e poi l'aria balsamica di Brighton.
Non so che cosa mi cantasse il merlo,
          o che cosa dicesse il tulipano,
ma non era nascosto nel pollaio,
          e non era nemmeno sotto il letto.

Sa fare delle smorfie straordinarie?
   Sull'altalena soffre di vertigini?
Passerà tutto il suo tempo alle corse,
   o strimpellando corde sbrindellate?
Avrà idee personali sul denaro?
   E' un buon patriota o mica tanto?
Ne racconta di allegre, anche se spinte?
   La verità, vi prego, sull'amore.

Quando viene, verrà senza avvisare,
   proprio mentre mi sto frugando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta,
   o là sul bus mi pesterà un piede?
Accadrà come quando cambia il tempo?
   Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
   La verità, vi prego, sull'amore.



Wystan Hugh Auden    1907 - 1973

giovedì 9 novembre 2017

Viktor Sklovskij...




L'arma fa l'uomo più coraggioso.
Il cavallo lo muta in cavalleggero.
Le cose fanno con l'uomo ciò che egli fa di esse.
La velocità richiede uno scopo.
Le cose crescono intorno a noi, ora ce n'è dieci o cento volte più che duecento anni fa.
L'umanità le domina, l'uomo singolo no.
E' necessario possedere personalmente il segreto delle macchine, è necessario un nuovo romanticismo, perché esse nelle curve non gettino gli uomini fuori di vita.
Io ora sono sconcertato, perché questo asfalto grattato dai pneumatici delle automobili, la pubblicità luminosa e le donne ben vestite, tutto questo mi trasforma.
Io qui non sono quello che ero, e forse qui sono cattivo.


Viktor Sklovskij   1893-1984

da "Zoo o Lettere non d'amore"  1923