lunedì 29 luglio 2024

JEAN-MARIE TYIBAOU...

 


Il ritorno alla tradizione è un mito. Nessun popolo l'ha mai vissuto. Per me la ricerca d'identità e del modello è davanti, mai dietro. E direi che la nostra lotta attuale è finalizzata a poter mettere il maggior numero possibile di elementi appartenenti al nostro passato, alla nostra cultura nella costruzione del modello d'uomo e di società che noi vogliamo per l'edificazione della nostra polis. La nostra identità è davanti a noi.


Jean-Marie Tyibaou  1936 - 1989  leader indipendentista della Nuova Caledonia


mercoledì 24 luglio 2024

ZAPATISTI... 3 di 3



Così vanno le cose, e nel timore di non vederci più, accetti queste tre definizioni che vengono molto a proposito per gli infelici giorni che ci attendono. Libertà: dice Durito che la libertà è come il domani. C'è chi lo aspetta dormendo, ma c'è chi veglia e cammina tutta la notte per raggiungerlo. Io dico che noi gli zapatisti siamo i partigiani dell'insonnia in cui la storia più non sperava. Lotta: diceva il vecchio Antonio che la lotta è come un cerchio. Si può cominciare in un punto qualsiasi, ma non finisce mai. Storia: la storia non è più di uno scarabocchio che gli uomini e le donne scrivono nel suolo del tempo. Il Potere scrive il suo scarabocchio, lo elogia come fosse una scrittura sublime e lo adora come fosse l'unica verità. Il mediocre si limita a leggere gli scarabocchi. Il lottatore continua a scarabocchiare fogli. Gli esclusi non sanno scrivere...ancora. Accetti, signora, questi tre fiori. Gli altri quattro verranno dopo...se arriveranno. Arrivederci. Salute e si ricordi che la saggezza consiste nell'arte di scoprire, dietro il dolore, la speranza. 


 Dalle montagne del sud-est messicano   
 Subcomandante insorto Marcos   febbraio 1996


sabato 20 luglio 2024

ZAPATISTI... 2 di 3



Dichiarazione della Selva Lacandona   12 gennaio 1994

Al popolo del Messico:
Fratelli messicani: siamo figli di 500 anni di lotta: prima contro la schiavitù, durante la guerra di Indipendenza contro la Spagna capeggiata degli insorti, poi per evitare di venire assorbiti dall'espansionismo nordamericano, poi per promulgare la nostra Costituzione e cacciare l'impero francese dalla nostra terra, infine la dittatura porfirista ci negò la giusta applicazione delle leggi della riforma e il popolo si ribellò scegliendo i suoi propri capi, sorsero  Villa e Zapata, uomini poveri come noi cui si è negata la preparazione più elementare per poterci utilizzare come carne di cannone e saccheggiare le ricchezze della nostra patria senza tener conto che stiamo morendo di fame e malattie curabili, senza dar importanza al fatto che non abbiamo nulla, né un tetto degno, né terra, né lavoro, né scuole, senza aver diritto a eleggere liberamente e democraticamente le nostre autorità, senza indipendenza dagli stranieri, senza pace né giustizia per noi e per i nostri figli. Ma noi oggi diciamo basta !

lunedì 15 luglio 2024

ZAPATISTI... 1 di 3

 


Due anni fa, in queste stesse terre, la dignità indigena si risvegliò e ci risvegliò. Non fu poco il dolore né piccola la morte. Gli arcobaleni sono dei ponti che dobbiamo attraversare per rendere possibili i cambiamenti per gli uomini e le donne dei popoli indigeni messicani. Grazie, fratelli. Sia benvenuto l'arcobaleno, benvenuto il ponte, il passaggio che fa andare e venire, e sempre benvenuta la parola che cammina, la parola vostra, quella di tutti noi.


subcomandante Marcos al Forum nazionale indigeno del gennaio 1996 a San Cristòbal de las Casas

giovedì 11 luglio 2024

FRANK STELLA...



FRANK STELLA  1936- 2024


 Frank Stella mi aveva impressionato per il suo mo-
do di affrontare il lavoro: ogni giorno lavorava otto,
dieci ore, con un senso di disciplina che rasentava l'os-
sessione, l'ossessione fisica del fare il quadro. Le enor-
mi tele, a V o a doppia V, erano prima disegnate con 
estrema esattezza, lasciando una traccia di matita tra 
una banda e l'altra, che avrebbe riempito poi di colore:
ma nel percorrere col pennello la banda da colorare
non doveva mai toccare la riga segnata con la matita.
Stella non ricorreva allo scotch per coprire e salvaguar-
dare la linea, sicché dipingere era un lavoro sempre 
identico, con lo stesso anonimato e la stessa mancan-
za di partecipazione degli operai che ripetono per l'in-
tera loro giornata lo stesso gesto.Per ottenere una cer-
ta lucentezza metallica dell'acrilico, la cui resa di solito
è opaca, Stella passava più e più mani ogni volta, e il
gesto, di per sé monotono, diventava ossessivo perché
richiedeva un'esattezza d'esecuzione sempre identica.
Mi pare che in tutto questo si deva vedere un tentativo
di recuperare l'esperienza della condizione della quasi
totalità degli uomini: tanto più stupefacente perché di
solito si pensa al lavoro del pittore come a qualcosa di
estremamente libero, al limite del gioco. Quando si in-
contrava Stella fra la gente, per strada, nella periferia
dove aveva lo studio, poteva essere scambiato per un 
operaio, senza la pretesa di isolarsi come avviene di so-
lito negli artisti, che tendono ad assumere atteggiamen-
ti e apparenze di diversificazione da tutti gli altri. 





Fotografia UGO MULAS

lunedì 8 luglio 2024

BERTOLT BRECHT...

 


Tempi grami per la poesia


Lo so bene: solo chi è felice
è amato. La sua voce
si ascolta volentieri. Il volto è bello.

L'albero tutto storto in cortile
lo è per via del terreno cattivo, ma
quelli che passano gli danno dello storpio
e hanno ragione.

Le barche verdi e le allegre vele della baia
non le vedo. Vedo soprattutto
la rete strappata del pescatore.
Perché parlo solo della bracciante
che a quarant'anni già cammina curva?
I seni delle ragazze
sono caldi come sempre.

Una rima in una mia canzone
mi sembrerebbe quasi protervia.

Dentro di me si combattono
l'entusiasmo per il melo in fiore
e l'orrore per i discorsi dell'imbianchino.
Ma solo il secondo
mi spinge  scrivere.

Bertolt Brecht

giovedì 4 luglio 2024

THEODOR W. ADORNO...



 La nostra memoria è l'ultimo aiuto che è rimasto loro [ai morti]. Essi muoiono con essa, e se ogni defunto è  qualcuno che è stato assassinato dai vivi, esso è anche qualcuno a cui i vivi devono salvare la vita, senza sapere se ci riusciranno.


Theodor W. Adorno

lunedì 1 luglio 2024

JOHANN BAPTIST METZ...

 

Non c'è soltanto una solidarietà "in avanti" con le generazioni future, ma anche una solidarietà "all'indietro", con gli ammutoliti dalla morte e con i dimenticati; per essa non c'è soltanto una "rivoluzione in avanti", ma in una certa misura anche una rivoluzione all'indietro - in favore dei morti e delle loro sofferenze.


J.B. Metz  Teologo - 1928 - 2019