sabato 27 febbraio 2016

Roberto Roversi...1991...notte

L'arte della guerra


La guerra dice che la guerra è guerra.
La guerra dice che la pace è fiacca
addormenta l’uomo cacciatore.
La guerra dice che la guerra è amore
della guerra dice nella storia
non c’è gloria per uomini e nazioni
se non in guerra.
La terra non è fiori non primavera non è canzoni
la guerra è l’urlo dei nemici o un fuoco di bombarde.
Le bombarde fanno cadere tutte le foglie dal cielo
le bombarde mietono il grano della vita fra gli uomini.
Così la guerra è guerra e nella terra sta.
Uomini del Peloponneso e alleati!
Gli Ateniesi quando ci vedranno portare nel loro paese
devastazione distruzione
ci affronteranno in campo
il re e gli abitanti sono fuggiti sui monti
Menone fa pagare caro l’eccidio dei suoi uomini
la città e la reggia sono messe a sacco
mentre Giugurta amante della guerra
invade i territori d’Aderbale
fa prigionieri
s’impadronisce di armenti
dà edifici alle fiamme
con la cavalleria trascorre devastando
e Germanico incita a continuare nella carneficina
non fare prigionieri solo distruzione
di tutto il popolo
verso il tramonto ritira dalla battaglia una legione
mentre le altre si saziano di sangue nemico fino alla notte.
Cesare avanza bruciando edifici e villaggi
si impadronisce di bestiame e di uomini
ma la crudeltà di Ezzelino assomiglia al diavolo
non ci pensa ad ammazzare uomini donne bambini
un giorno fa bruciare vivi undicimila padovani
in campo San Giorgio nella città di Verona
ha dato fuoco alla dimora in cui erano chiusi
stridono da ogni parte
lui con i suoi cavalieri corre allegro in un torneo
intorno a loro
ma i Franchi salgono su con le scale
i Musulmani si perdono d’animo e corrono nelle case
per tre giorni i Franchi li passano a fil di spada
uccidono più di centomila persone
poi si impadroniscono di Gerusalemme
la popolazione è passata a fil di spada.
Anni e anni il rumore delle bombe a gas
si mescola al frastuono dei proiettili esplosivi
una campana suona in mezzo alle esplosioni
colpi di gong annunciano dappertutto i gas i gas i gas
e Sc-p! una granata passa su di noi
e Sc-p! un’altra cade più lontano
avanti, ordina Fabian, avanti per la trincea
ma com’è triste un panorama di vittoria!
la nebbia nasconde ancora gli angoli sotto il suo sudario
e non riconosco più niente
su questa grande carta di terra sconvolta
tutto si confonde e la stessa pianura consumata annientata
senza un albero senza un tetto senza nulla di vivente e
punteggiata di macchie minuscole: dei morti, dei morti.
Vi sono ventimila cadaveri nemici
ha esclamato il colonnello fiero di noi.
E a mano a mano che i fanti avanzano
attraverso quel terreno sconvolto da fossi crateri granate
i mitraglieri tedeschi li falciano
riducendo interi plotoni a pugni di uomini
il bombardamento di Coventry Il bombardamento di Dresda
l’assedio di Stalingrado la presa di Varsavia
la linea gotica nell’Italia devastata
la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi
ma se i generali sono somari
anche i politici sono somari
se i generali mandano con la voce gli uomini al macello
anche i politici mandano le città mandano i paesi
al macello delle bombe.



Temporali, n. 7, maggio 1991.



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