sabato 13 agosto 2016

Zingari di merda...Giovanni Giovannetti...Appendice 2



Nel ventre di un girone dantesco

Listeava è un villaggio di frontiera verso il Danubio,
l'antico confine d'acqua tra la Valacchia e l'impero ottomano.
Qui, dentro buche schifose ricoperte alla meglio con la paglia,
non sotterrano solo i morti ma anche i vivi. Per gli zingari di
Listeava, che abitano sottoterra, quelle sono "case", la punta estrema
dell'estrema povertà nella quale versano ombre di uomini,
donne e bambini male in arnese, sotto la neve di un gelido inverno.
Una miseria tremenda, una povertà che annichilisce, senza vie di fuga
né biglietti di sola andata per l'Ovest.
Ai nuovi miserabili non è concesso nemmeno il riciclaggio dei rifiuti
visto a Slatina o tra i cartoneros boliviani di Buenos Aires,
o la lavorazione degli scarti di ferro rame e alluminio cercati
nelle pattumiere delle fabbriche.
Non sono caldarari (pentolari), costorari (zingari di origine turca
che fabbricano coltelli e commercio in cavalli), 
laieti (ramai), ursari (venditori ambulanti), tismanari o lautari (musicisti),
gabori (lattonieri ), fierari (maniscalchi ), aurari e argentari (orefici), o
poveri rudari, che lavorano il legno; sono solo miserabili che hanno
fieramente attraversato il Novecento senza entrare in nessuna categoria
economica politica o sociale.
Un mistero abitato da un primitivo senso di appartenenza.


Antonio Moresco...
Zingari di merda...
Fotografia di Giovanni Giovannetti...
edizioni Effigie...


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