- SEMBRA IERI -
Introdotta con decreto reale del 19 dicembre 1926 e più volte modificata in seguito, colpiva tutti gli scapoli tra i ventisei e i sessantacinque anni, secondo una scala che faceva pagare ai più giovani quote maggiori in aggiunta al prelievo fisso del 25 per cento del reddito lordo. Ne erano esenti i sacerdoti, gli invalidi e i militari in servizio attivo. La tassa era molto alta; nel 1936 un celibe trentenne finiva per pagare il doppio della normale imposta sul reddito, più 155 lire l'anno; una misura decisamente punitiva. Il partito fascista doveva agire come una "inarrestabile forza morale" - sosteneva Carlo Scorza, il ras di Lucca, con espressioni rozze: "La società odierna disprezza i disertori, i ruffiani, gli omosessuali, i ladri. Quelli che possono ma che non fanno il proprio dovere verso la nazione, vanno messi nella stessa categoria. Dobbiamo disprezzarli. Dobbiamo svergognare gli scapoli e quelli che non mettono al mondo figli. E' necessario piegarli e fargli mordere la polvere".
da "Le donne nel regime fascista" di Victoria De Grazia
Edizioni Marsilio - 1993
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