4 NOVEMBRE 1916 - 2016
Nella prima metà del secolo scorso le nostre piazze e le
nostre chiese, i nostri municipi si sono ammantati di lapidi che “celebravano”
il sacrificio dei nostri combattenti, caduti per la Patria. Nello stesso tempo
quelle lapidi chiudevano la bocca a ogni dissenso che potesse mettere in
discussione i meccanismi della politica e del potere che quelle morti avevano
prodotto. Morire per la Patria era un evento sacro e generoso: solo con quella
trasfigurazione ideologica della morte si poteva rendere accettabile alla
coscienza il peso insostenibile del dolore che aveva devastato la vita di quasi
tutte le famiglie italiane (la
grande guerra aveva prodotto circa 750.000 morti, il doppio dei caduti della II
guerra mondiale).
Illustrazione di Thierry Dedieu
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