lunedì 17 luglio 2017

Cambogia,1975-79 - Armenia,1915...Genocidio...


genocidio [ge-no-ci-dio], o genicidio, s.m. sterminio di un intero gruppo razziale,
etnico o religioso. Comp. del gr. ghénos "stirpe, famiglia" e -cidio, sul modello di
omicidio, parricidio ecc.










La deportazione è concepita come un percorso a ostacoli, alla partenza del quale sono stati sapientemente eliminati i più resistenti, ovvero gli uomini adulti, al fine di sopprimere ogni possibilità di ribellione organizzata e nel corso del quale si decimano regolarmente i partecipanti affinché, al termine, non resti che un relitto disumanizzato soggiogato dalla fame, dalla sete, dal freddo e dalla malattia. Camminando per sentieri di montagna, senz'acqua né viveri, i deportati sono regolarmente attaccati da tribù curde che li taglieggiano, rapiscono donne, ragazze e bambini e da bande che, in punti prescelti, come le gole che piombano sull'Eufrate, annientano interi convogli, precipitandoli nel fiume. Il paese non è più che un carnaio. Migliaia di cadaveri sono ammucchiati sulle strade, gli alberi e i pali del telegrafo sono carichi di impiccati, i corsi d'acqua trascinano corpi mutilati, abbandonandoli lungo gli argini. L'Armenia turca è divenuta una terra bruciata, un paese in rovina. Dei 1.200.000 armeni che abitavano i distretti orientali, solo 300.000 hanno potuto raggiungere il Caucaso con il favore dell'occupazione russa. Il resto è stato eliminato dalle misure della deportazione. Donne e bambini, al massimo 200.000, sono stati rapiti e islamizzati. Gli altri sono stati uccisi sul posto o lungo la via, poiché non vi erano più di 50.000 sopravvissuti ad Aleppo, punto di convergenza delle carovane dei deportati.


da " Storia degli armeni " a cura di G. Dédéyan



Fotografie di Simon Norfolk

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