Carnaval de maiz
Nelle chiese di Cholula
i Cristi sanguinanti brontolano
le loro misericordie indiane
come i santi cristiani nelle gabbie
stringono le loro mani di legno
su rosari di sangue nero
gemendo & lamentandosi del
Grande Dio Morte
nelle cappelle di Churriguera
in cui dolci visi indiani
hanno la loro visione d'asino sottomessa
nelle " Provvidenziali "
barocche mostruosità
Il Bianco Cristo Quetzalcoatl fu profetizzato
ed arrivò davvero in terra
e ricevette davvero quella terra in pegno
E ancora risorge in rovina & osceno
con un barbaro sbadiglio
con l'alba della nuova debacle
Quando ci camminiamo masticando gomma
portando macchine fotografiche & coperte di Oaxaca
E brontoliamo anche ad alta voce
ma solo per
quello che vorremmo ignorare
E ancora tratteniamo il respiro
e procediamo in segreto
tra la ricchezza di quella che chiamiamo
" superstizione medioevale "
Quando nel Norteamerica adesso
abbiamo davvero abolito la Morte
e non abbiamo più bisogno
di tali monumenti & consolazioni
L'abbiamo bandita per sempre dalle nostre vite
e raramente vediamo qualcuno un pò più moribondo
tranne alla TV di qualche paese straniero
E congeliamo i nostri corpi per scioglierli senza il cancro
un migliaio di anni dopo
E la putrefazione e la dissoluzione
non hanno nessuna visione di noi
che in effetti siamo immortali
Solamente gli dei giacciono & muoiono in noi
E ancora La Patria es primera
dovunque questo divide la terra
dove il povero nascerà senza buco del culo
se la merda dovesse mai diventare di valore
E stanno infissi nel terreno per sempre
in quel terreno che è livellato & rilivellato
commerciato e ricommerciato
trasferito & ritrasferito
dovunque nel Mesoamerica
dove ogni rivoluzione ancora
si riduce allo stratagemma
di " ottenere la terra senza gli uomini
per gli uomini senza terra "
che ancora cresceranno
come denti sulle spighe di grano
nelle mani di quella Mietitrice Internazionale
la cui bocca non canta
sempre aperta sospesa
avara
e sbavante!
Lawrence Ferlinghetti - 11 maggio 1972
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