venerdì 27 maggio 2016

Jorge Semprun...




Eppure, nonostante i vapori mefitici e i miasmi pestilenziali che avvolgevano in una nebbia costante l'edificio, le latrine del Campo Piccolo erano un luogo conviviale, una specie di rifugio in cui ritrovare dei compatrioti, dei compagni di quartiere o di maquis: un luogo in cui scambiare qualche notizia,un pizzico di tabacco, qualche risata, un briciolo di speranza: un pò di vita insomma. Le latrine immonde del Campo Piccolo erano uno spazio di libertà: per la sua stessa natura, per gli odori nauseabondi che vi si sprigionavano, le SS e i Kapo provavano ripugnanza a frequentare quell'edificio, che diventava così il luogo di Buchenwald in cui il dispotismo inerente al funzionamento stesso della struttura concentrazionaria si faceva sentire di meno.

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