mercoledì 3 gennaio 2018

Jonathan Crary...........CONTENITORE CAPODANNO




L'enorme quantità di tempo che trascorriamo dormendo, affrancati da quella paludosa congerie di bisogni artefatti, rappresenta uno dei grandi atti di oltraggiosa resistenza degli esseri umani alla voracità del capitalismo contemporaneo. Il sonno interrompe risolutamente il furto di tempo che il sistema capitalistico compie ai nostri danni. La maggior parte delle necessità apparentemente fondamentali della vita umana - dalla fame alla sete all'impulso sessuale, al bisogno, più recente, di amicizia - sono state riproposte in versioni mercificate o finanziarizzate. Il sonno pone il problema di un bisogno umano che si può soddisfare solo in un certo intervallo di tempo e non può quindi essere asservito e aggiogato a una macchina per fare profitti, offrendosi così come un'incongrua eccezione, una vera e propria area di crisi nell'ambito dell'attuale globalizzazione.


da "24/7 Il capitalismo all'assalto del sonno"  - 2013

Jonathan Crary    




I nostri giorni sono completamente impregnati di Economia.
Lei è radicata nella nostra idea dell'amore.
Dà da mangiare ai bambini.
Lei pulisce le tombe dei cimiteri.
Apre ogni mattina le serrande delle caffetterie.
L'economia punta la sveglia di notte.
Lei stessa, prendendoti per mano, ti insegna quali città vorrai visitare.
La puoi incontrare passeggiando per Zurigo, per Valparaiso, per Beirut.
Lei ha contribuito a abbattere il muro di Berlino,
a bombardare Gaza,
a illuminare il Maracanà durante i Mondiali.
Lei vagabonda per Ciudad Juàrez in cerca di donne sole,
e tutte le notti dorme abbracciata a Jeff Koons.
La troverai nascosta in una conversazione tra due bambini.
La troverai travestita da sushi, travestita
da chiromante, travestita da preservativo.
E in tutte queste occasioni,
Lei ti convincerà di tutto,
perché è l'unica capace di ordinare il mondo.
Perché Lei è infininitamente erotica.
E alla fine, quando scende la notte, tutti torniamo
a casa camminando al suo fianco,
Lei ci abbraccia e noi cominciamo a baciarci.
E noi ci lasciamo baciare.

L'unica cosa che l'Economia
non ha ancora potuto comprare,
l'unica cosa che non ha ancora persuaso e sedotto,
è la Noia.
La Noia, in un certo senso, è anti-economica.
Le feste, le città e le persone
sono tutte obbligate a non essere noiose.
Perché la Noia puzza di fallimento.
E,in definitiva, la Noia non vende.
E io credo che la Vita abbia in sé molta Noia,
e che nella Noia ci sia qualcosa di profondamente vero.
Non ha filtri.
La Noia non ha neon, né costumi,
non ha una colonna sonora.
E penso che la Noia nasconda ancora in sé particelle
del vero, e già estinto, naturale ritmo umano.
Camminare e nulla più.
Guardare e nulla più.
Essere e nulla più.
Il giorno in cui abbiamo deciso di separarci dalla Natura,
è stato il giorno in cui si è confusa la Noia
con la perdita di tempo.
Perché da questa presunta perdita di tempo nasce
l'unica cosa che ci differenzia dagli animali:
la riflessione.
L'umanità è avanzata perché qualcuno,
a suo tempo, si è fermato a riflettere.
E noi, a causa di una sovra-stimolazione costante,
pensiamo che qualsiasi assenza
di stimolo sia una perdita di tempo.
Per questo, per favore, esigo tempo per annoiarmi.
Non mi intrattenete, non voglio vedere nulla,
non voglio andare da nessuna parte.
Voglio che mi trattiate come le pecore,
lasciatemi pascolare,
bevete il mio latte,
toccatemi le tette di tanto in tanto,
e, alla fine, uccidetemi, mangiatemi e cagatemi,
perché è l'unica cosa che sappiamo fare bene.



Pablo Gisbert  dallo spettacolo teatrale "Guerrilla"




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