sabato 10 settembre 2016

Martin Caparros...La fame...1 di 4


     Spendere nel lusso e nella sicurezza del lusso e nei consumi del lusso  rappresenta il capitalismo in tutto il suo splendore. O, a volte, il capitalismo in tutta la sua stupidità: gli Stati Uniti destinarono, nel 2012, 170 miliardi di dollari al "marketing diretto", ovvero: lettere di carta o di byte per cercare di vendere qualcosa. I loro esperti dicono che il tre per cento delle  lettere fisiche e lo 0,1 per cento di quelle digitali hanno portato a qualche acquisto. "Vale a dire che 164 miliardi di dollari sono serviti soltanto a disturbare le persone, tappezzare i pavimenti e intasare il filtro delle spam", commenta un altro articolo dell' "Econimist"; omettendo la sua utilità più evidente: dare lavoro inutile a migliaia di persone, riprodurre se stesso, arricchire pochi padroni.
   
     (Ci sono motivazioni a cui è difficile ribattere. Per esempio: nel mondo ci sono circa 800 milioni di cani e gatti domestici. Solo i nordamericani spendono ogni anno 30 miliardi di dollari per dare loro da mangiare. Dunque, come si fa a dire che hanno torto quelli che dicono che bisognerebbe proibire gli animali domestici fintanto che ci sono persone che non hanno da mangiare? Come è possibile giustificare il fatto che un cane mangi quello che non mangiano delle persone? Tra ragione e ragione a volte ci sono abissi).

    Warren Buffett, il quarto uomo più ricco del mondo, nel 2011 disse che nel suo paese c'era una lotta di classe:
     La lotta di classe esiste da vent'anni e la mia classe l'ha vinta. Siamo gli unici ad aver ricevuto riduzioni fiscali drammatiche. Nel 1992 i 400 cittadini statunitensi con il reddito più alto guadagnavano una media di 40 milioni di dollari l'anno. L'anno scorso il reddito medio di quei 400 più abbienti è stato di 227 milioni, cinque volte  di più. Durante questo periodo. le tasse di questi ultraricchi sono diminuite dal 29 al 21 per cento. Con queste tasse la mia classe ha vinto la guerra: è stata una carneficina.

    (Che il capitalismo è come gli aerei: se si ferma cade, deve continuare la sua interminabile fuga in avanti - e fa finta di non potere atterrare. Che il vero miracolo dell'aereo non è volare: è trasformare il movimento più veloce che sappiamo raggiungere in apparenza di immobilità, di quiete tra le nuvole, una quiete che rende ancora più inesplicabile e inverosimile che continuiamo a rimanere sospesi per aria. Il vero miracolo del capitalismo è trasformare l'immobilità per eccellenza nell'apparenza di un movimento furibondo).

Martin Caparros...
La fame...
Einaudi editore...
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