mercoledì 17 aprile 2019

Philip K. Dick... 13 di 13



Se questo mondo vi sembra
spietato, dovreste vedere
cosa sono gli altri




Questa donna non mi disse niente che io già non sapessi, ma arrivando indipendentemente alla stessa conclusione mi diede il coraggio di parlare, di raccontare tutto questo, pur sapendo nello stesso tempo che in nessun modo . o perlomeno in nessun modo a me noto - questa tesi può essere verificata. Quello che posso fare, piuttosto, è assumere il ruolo di profeta, degli antichi profeti e degli oracoli come la sibilla di Delfi, e parlare di un meraviglioso giardino, molto simile a quello che si dice abbiano abitato un tempo i nostri antenati e infatti a volte io penso che si tratti proprio de quel mondo restaurato, come se una falsa traiettoria del nostro mondo dovesse essere finalmente corretta e noi dovessimo tornare di nuovo dove un tempo, migliaia di anni fa, vivevamo ed eravamo felici. Durante il breve momento in cui io lo percorsi ebbi la forte impressione che quella era la nostra casa legittima che avevamo in qualche modo perduto. Il tempo che vi passai fu breve - circa sei ore di tempo reale. Ma me lo ricordo bene. Nel romanzo che ho scritto con Roger Zelazny, Deus irae, lo descrivo, verso la fine, nel momento in cui il mondo viene liberto dalla maledizione grazie alla morte e trasfigurazione del Dio dell'ira. Ciò che più mi colpì di questo mondo-giardino, questo Binario C, furono gli elementi non-cristiani su cui era basato; la mia preparazione cristiana non mi aveva affatto preparato a una cosa del genere. Anche quando incominciò a delinearsi, io vidi il cielo; vedevo della terra e dell'acqua azzurra e tranquilla, e sulla riva una bella donna nuda che riconobbi per Afrodite. A questo punto questo mondo migliore si era ridotto a un semplice sfondo oltre una porta dorata; la cornice della porta pulsava di luce laser e diventava sempre più piccola e alla fine ahimè era scomparsa dalla vista, divorando se stessa nel nulla, sigillando duori ciò che v'era dietro. da allora non l'ho più visto, ma ho avuto la ferma impressione chequesto era il prossimo mondo - non dei cristiani - ma l'arcadia del mondo pagano greco-romano, qualcosa di più antico e più bello di ciò che la nostra religione può inventare per adescarci e tener viva la nostra moralità e la nostra fede. Ciò che vidi era molto antico, e molto bello. Cielo, mare, terra e la bella donna, e nient'altro, perché la porta si era chiusa e io ero rimasto chiuso qui fuori. Fu con un amaro senso di perdita che lo vidi andar via - la vidi andar via, per la verità, dal momento che tutto intorno a lei. Afrodite, scoprii leggendo nella mia Enciclopedia Britannica per vedere cosa potevo imparare su di lei, non era solo la dea dell'amore erotico e della bellezza estatica, ma anche l'incarnazione della forza generativa della vita stessa; nè era originariamente greca: all'inizio era stat una divinità semitica, accettata in seguito dai greci, che sapevano riconoscere una cosa buona quando la vedevano. Durante quelle ore preziose ciò che io vidi in lei era una piacevolezza di cui la nostra religione cristiana, almeno in confronto, è priva: una incredibile simmetria, lìarmonia palintona di cui scrisse eraclito: la perfetta tensione e il perfetto equilibrio di forze della lira che è incurvat dalle sue corde tese ma appare perfettamente statica, perfettamente immobile. La lira è un equilibrio dinamico, immobile solo perché le tensioni al suo interno sono in perfetta proporzione. Questa è la formulazione greca della bellezza: perfezione dinamica all'interno e apparente quiete. Contro questa armonia palintona l'universo manifesta l'altro principio estetico incarnato dalla lira greca: l'armonia palintropica, che è l'oscillazione avanti e indietro, delle corde quando vengono suonate. Io non la vidi così, e forse questo, la continua oscillazione avanti e indietro, è il ritmo più profondo e più grande dell'universo, le cose che vengono all'esistenza e poi passano e svaniscono; cambiamento invece di statica durevolezza. Ma per un breve momento io avevo contemplato la pace perfetta, il riposo perfetto, un passato che abbiamo perduto ma che ritorna a noi come attraverso un'oscillazione a lungo termine, disponibile come nostro futuro, in cui tutte le cose perdute saranno restaurate. C'è un passo affascinante nel Vecchio Testamento in cui Dio dice: "Perché io sto creando nuovi cieli e una nuova terra, e il ricordo delle cose passate non entrerà nella mente nè salirà in cuore". Quando leggo queste parole mi dico: Credo di conoscere un grande segreto. Quando il lavoro di ricomposizione e restauro sarà completato, non ricorderemo neanche le tirannidi, la crudele barbarie della terra che abbiamo abitato; "non entrerà nella mente" significa che noi fortunatamente dimenticheremo, e "non salirà al cuore" significa che il vasto corpo di dolore e di pena e di smarrimento e di delusione in noi sarà eliminato come se non ci fosse mai stato. Io credo che questo processo stia avendo luogo adesso, ha sempre avuto luogo adesso. E fortunatamente ci è permesso di dimenticare ciò che era in precedenza. E forse nei miei romanzi e nei miei racconti ho fatto male spingendovi  ricordare. 


                                                                                                  Santa Ana, California, 1977


Fine

      
Philip K. Dick - Se questo mondo vi sembra spietato,
dovreste vedere cosa sono gli altri - Edizioni e/o - 
Piccola biblioteca morale - 1996

Nessun commento:

Posta un commento