giovedì 4 aprile 2019

Philip K. Dick... 10 di 13



Se questo mondo vi sembra
spietato, dovreste vedere
cosa sono gli altri




Caddi vittima di una trappola della polizia, finii nella rete. In questo, che chiamerò Binario 2, ho avuto miglio fortuna. Ma in questo binario abbiamo combattuto contro una tirannide molto più leggera, molto più stupida. O forse siamo stati aiutati: l'anteriore riprogrammazione di una o più variabili storiche ci ha salvato. A volte penso (e questa è naturalmente pura speculazione, una felice fantasia delle mia anima) che a causa di ciò che abbiamo fatto laggiù - o che abbiamo comunque tentato di fare, e molto coraggiosamente - noi che eravamo direttamente coinvolti abbiamo avuto il permesso di vivere qui, oltre il termine che ci ha abbattuto in quell'altro mondo peggiore. E' una sorta di grazia miracolosa. Questo dono serve a rivelare, a me perlomeno, alcuni aspetti del Programmatore. Me lo fa per comprendere per analogia. Credo che noi non possiamo sapere che cosa egli sia, ma possiamo fare esperienza del suo funzionamento, e così chiedere: "A che cosa assomiglia?". Non "Che cos'è?", ma piuttosto: "Com'è". Innanzitutto, cosa più importante, egli controlla gli oggetti, i processi e gli eventi nel nostro mondo spazio-temporale. Questo è per noi l'aspetto primario, anche se intrinsecamente egli può possedere aspetti di maggiore grandezza, ma che ci riguardano meno direttamente. Ho parlato di me stesso come di una variabile riprogrammata e ho parlato di lui come del Programmatore e Riprogrammatore. Durante un breve periodo di tempo, nel marzo del 1974, al momento in cui io venni risintetizzato, fui percettivamente cosciente - cioè cosciente in, maniera esteriore - della sua presenza. A quel tempo non avevo idea di ciò che vedevo. Sembrava energia plasmica. Aveva dei colori. Si muoveva velocemente, concentrandosi e disperdendosi. Ma di ciò che era non sono sicuro neanche adesso, posso soltanto dirvi che egli aveva imitato gli oggetti più comuni e i loro processi copiandoli in maniera così abile da rendersi invisibile in essi. Come dicono gli autori dei Veda, egli era il fuoco nella pietra focaia, la lama nel rasoio. Ricerche successive mi hanno mostrato, che, in termini di esperienza culturale di gruppo, a questa onnipresente entità immanente è stato dato il nome Brahma. Citerò un frammento di una poesia americana, di Emerson, che esprime ciò che io provai:

   Fanno male i loro conti quelli che mi trascurarono;
   quando mi fanno volare io sono l'ala.
   Sono il dubitante e il dubbio
   e l'inno sono che il bramino canta.

Con questo intendo dire che durante quel brave periodo - questione di ore, forse di un giorno - non percepii nulla che non fosse il Programmatore. Tutte le cose del nostro pluriforme mondo erano suoi segmenti, o sottosezioni. Alcune erano ferme, ma molte si muovevano e lo facevano come parti di un organismo vivente che respirava, cresceva, cambiava, evolveva verso uno stato finale che nella sua assoluta saggezza egli aveva scelto per sé. Voglio dire che lo percepii come auto-creantesi, non dipendente da nulla al di fuori di sé semplicemente perché non c'era nulla al di fuori di lui. Nel vedere ciò capii davvero che per tutta la vita ero stato letteralmente cieco; mi ricordo che ripetevo continuamente a mia moglie: "Ho recuperato la vista! Posso vedere di nuovo!". Mi sembrava che fino a quel momento, per quanto riguardava la natura della realtà intorno a me, non avessi fatto che tirare a indovinare. Capivo che non avevo acquisito una nuova facoltà o un nuovo senso, ma piuttosto ne avevo recuperato uno antico. Per un giorno circa vidi come un tempo tutti vedevamo, migliaia di anni fa. Ma come eravamo a perdere quella vista. quest'occhio superiore? La sua morfologia deve essere in noi ancora presente, non solo latente; altrimenti non avrei potuto recuperarla, neppure per breve tempo. Questo mi incuriosisce ancora. Come fu che per quarantasei anni non vidi veramente ma solo indovinai la natura delle cose, e poi per breve tempo vidi, davvero persi quella vista e tornai semi-cieco? Il periodo di tempo in cui vidi davvero fu, evidentemente, quello in cui ii Riprogrammatore stava rilavorandomi. Si era fatto avanti, palpabilmente sensibile e vivo, come sceso al suolo; si era rivelato. Così si dice che il cristianesimo, l'ebraismo e l'islamismo sono religioni rivelate. Il nostro dio è il deus absconditus; il dio nascosto. Ma perché? Perché e necessario che noi ci inganniamo guardando la natura della nostra realtà? Perché si è mascherato in una pluralità di oggetti diversi e ha mascherato i suoi movimenti come una pluralità di processi di cambiamento? Tutti i cambiamenti, tutte le permutazioni della realtà che vediamo sono espressioni del crescere e del dispiegarsi intenzionale di questa unica entelechia; è una pianta, un fiore, una rosa che si apre. E' un ronzante favo di api. E' musica, una sorta di canto. Naturalmente io ho visto il Programmatore come è realmente, come si comporta realmente solo  perché egli si è chinato su di me per darmi nuova forma, per cui dico "so perché l'ho visto", ma non posso dire "so perché non lo vedo adesso, né perché nessun altro lo vede". Forse dimoriamo collettivamente in una specie di ologramma al laser, creature reali in un quasi-mondo artificiale, un palcoscenico all'interno dei cui artefatti e delle cui creature si muove una mente destinata  rimanere sconosciuta?

10 - continua                                  



Philip K. Dick - Se questo mondo vi sembra spietato,
dovreste vedere cosa sono gli altri - Edizioni e/o - 
Piccola biblioteca morale - 1996     
                           

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