venerdì 12 aprile 2019

Philip K. Dick... 11 di 13



Se questo mondo vi sembra
spietato, dovreste vedere
cosa sono gli altri




Un articolo di giornale su questo discorso potrebbe essere intitolato: Scrittore dichiara di aver visto Dio, ma non è in grado di descrivere ciò che ha visto. Se considero i termini per mezzo dei quali l'ho definito - Programmatore e Riprogrammatore - forse posso estrarne una parziale risposta. Lo chiamo così perché questo è ciò che gli ho visto fare: egli aveva già programmato le nostre vite sulla Terra, ma adesso stava alterando uno dei fattori fondamentali - e questo allo scopo di completare una struttura, un piano. Ragiono seguendo questo filo: uno scienziato che lavora su un computer non altera i risultati dei suoi calcoli, né li influenza o li pregiudica permettendosi di entrare in questi calcoli egli stesso. Un etnologo non si permette di inficiare le proprie scoperte partecipando alla cultura che studia. Questo significa che in certi tipi di situazioni è essenziale che l'osservatore resti estraneo a ciò che osserva. Non c'è niente di male in questo, nessuna sconfitta. E' semplicemente necessario. Se davvero noi siamo, collettivamente, spinti lungo sentieri prestabiliti verso un esito prestabilito, l'entità che ci spinge lungo queste linee, l'entità che non solo desidera quel particolare esito, ma vuole quell'esito, non deve entrarvi esplicitamente o il risultato ne sarà compromesso. Ciò a cui dobbiamo quindi rivolgere la nostra attenzione non è il Programmatore - sono gli eventi programmati. Per quanto nascosto sia il primo. i secondi saranno di fronte a noi; ne siamo coinvolti - di fatto, siamo gli strumenti per mezzo dei quali si realizzano. La mia mente non ha dubbi per quanto riguarda le più vaste finalità storiche della riprogrammazione che riuscì così spettacolarmente e gloriosamente nel 1974. Attualmente sto scrivendo un romanzo su questo fatto; il romanzo si intitola Valis, che sta per  Vast Acting Living Intelligence System (Sistema della grande intelligenza attiva e vivente). Nel romanzo uno scienziato governativo, molto dotato ma un po' matto, formula un'ipotesi secondo la quale, da qualche parte del nostro mondo, esiste un organismo mimico di grande intelligenza; è così abile nell'imitare oggetti e processi naturali che gli umani solitamente non si accorgono di lui. Quando, a causa di cambiamenti o di circostanze eccezionali, un uomo lo percepisce, si limita a chiamarlo Dio e si accontenta diquesto. Ma nel mio romanzo lo scienziato governativo è deciso a trattare quest'entità intelligente eimitativa come uno scienziato tratterebbe qualsiasi cosa prenda in analisi. Il suo problema è però che secondo la sua stessa ipotesi egli non può scoprire l'entità - il che certo rappresenta per lui un'esperienza frustrante. Ma nel mio romanzo racconto anche di un'altra persona, sconosciuta a questo scienziato governativo; questa persona ha avuto esperienze insolite per le quali non ha elaborato alcuna teoria. Egli ha infatti incontrato Valis, che sta per riprogrammarlo. I due personaggi hanno tra di loro l'intera verità: l'ipotesi giusta ma inverificabile da parte di uno, l'esperienza inesplicabile da parte dell'altro. Ed è con quest'altro uomo, con il nonscienziato, che io mi identifico, perché egli come me, sta incominciando a recuperare i ricordi bloccati di un altro mondo, memorie che non può avere. Ma egli non ha nessuna teoria. Assolutamente nessuna. Nel romanzo compaio anch'io come personaggio, col mio vero nome. Io sono uno scrittore di fantascienza che ha accettato un grosso anticipo per un romanzo ancora da scrivere e adesso deve finirlo entro il termine stabilito. Nel libro io conosco entrambi questi uomini, Houston Paige, lo scienziato governativo con la teoria, e Nicolas Brady, che sta vivendo l'inesplicabile esperienza. Incomincio a utilizzare materiale di entrambi. Il mio scopo è semplicemente quello di ottemperare i miei impegni contrattuali. Ma mentre scrivo della teoria di Houston Paige e dell'esperienza di Nicolas Brady, incomincio  capire che tutto si lega. Nel romanzo io sono l'unico a possederesia la chiave che la serratura. Voi capite sicuramente che in Valis è inevitabile che alla fine Houston Paige, e Nicolas Brady si incontrino. Ma questo incontro ha uno strano effetto su Houston Paige, quello con la teoria. In conseguenza della conferma della sua teoria, Paige ha un totale crollo psicologico. Egli poteva immaginarla, ma non crederla. Nella sua testa quest'ingegnosa ipotesi è dissociata dalla realtà. E questa è una mia ferma convinzione: che molti di noi credono in Valis, in Dio o in Brahma, ma se dovessimo davvero incontrarlo semplicemente non lo sopporteremmo. Sarebbe come un bambino reso matto dal Natale. Egli può sopportare l'attesa e la speranza, potrebbe pregare, desiderare, supporre e immaginare e perfino credere; ma la vera manifestazione - questo è troppo per i nostri poveri circuiti. Eppure il bambino cresce e c'è l'uomo. E anche questi circuiti crescono. Ma ricordare un mondo diverso, scartato? E percepire la grande mente pianificatrice che operò quell'abolizione, quella rottura del male?



11 - continua                                       



Philip K. Dick - Se questo mondo vi sembra spietato,
dovreste vedere cosa sono gli altri - Edizioni e/o - 
Piccola biblioteca morale - 1996                                  

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