lunedì 18 aprile 2022

DAVID HARVEY...


         

Circola un mito, molto comodo, secondo il quale le malattie infettive non conoscono differenze di classe né altre altre barriere o confini sociali. Nel mito c'è un certo grado di verità. Nelle epidemie di colera del Diciannovesimo secolo, l'irrilevanza delle barriere di classe è stata abbastanza drammatica da portare alla nascita di un movimento per la sanità pubblica (che poi si è professionalizzato), arrivato fino ai giorni nostri. Se questo movimento sia stato pensato per proteggere tutti o solo le classi superiori non è mai stato chiaro, ma oggi gli effetti sociali e gli impatti differenziali a seconda della classe raccontano una storia diversa. Le conseguenze economiche e sociali sono filtrate attraverso le "usuali" discriminazioni, che sono evidenti ovunque. Tanto per cominciare, la forza lavoro che deve prendersi cura del numero crescente di malati è normalmente sbilanciata in termini di genere e di etnia, in quasi tutte le parti del mondo. Rispecchia le forze lavoro basate sull'appartenenza di classe che si trovano, per esempio, negli aeroporti e in altri settori logistici. Questa "nuova classe operaia" è in prima linea e deve sostenere l'urto più forte, perché o è la forza lavoro più a rischio di contrarre il virus per le mansioni che svolge, o rischia di rimanere senza lavoro e senza risorse, a causa dei tagli economici causati dal virus.Per esempio, c'è la questione di chi può lavorare a casa e chi no. Questo rafforza la divisione sociale, come il fatto che qualcuno possa permettersi o meno di isolarsi o di rimanere in quarantena (con o senza stipendio) in caso di contatto o infezione...l'avanzata del Covid-19 mostra tutte le caratteristiche di una pandemia di classe, genderizzata ed etnicizzata. I tentativi di attenuazione sono comodamente rivestiti con la retorica del "siamo tutti nella stessa barca". Le forze lavoro nella maggior parte del mondo da tempo sono state educate a comportarsi come buoni soggetti neoliberisti (il che significa dare la colpa a se stessi o a Dio se qualcosa va storto, ma mai osare suggerire che il problema possa essere il capitalismo). Ma anche i buoni soggetti neoliberisti possono vedere che qualcosa non va nel modo in cui si risponde a questa pandemia.


 David Harvey  -
 "Cronache anticapitalistiche.
Guida alla lotta di classe per il XXI secolo"
FELTRINELLI ED. - 2021

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