martedì 30 giugno 2015

Laure.......[ 17 poesie sulla guerra ]

Sponde di città



Sponde di città
terreni incolti
prati bagnati di cielo

Tutti i fiumi e tutti i vini
mi girano nella testa
Manzanarre e Mockvà
dov’era mai?

La terra si dischiude.
Ci sono tutti,
quelli che per miracolo
spartivano con gioia
e l’odio e la gioia.

Un fiume di sangue ha sommerso quei sorrisi di bimbi.
La mitraglia ha spento quei canti di adolescenti.
Fede speranza caritate
“ all’inferno sono andate “.

Al di là delle atroci sconfitte
delle vittorie rovesciate
delle libertà mutilate
la guerra urla a morte.

Ci sono tutti
giù, nell’abisso
e ridono dei fratelli
i vivi
questi apostoli di sventura
che sanno solo piangere nelle polvere
gemere sul ciglio di una tomba.

Le mascelle di scheletro
scrocchiano e si spalancano
in un unico grande riso
sardonico
quando il lamento di quelle ombre in carne
arriva fino a loro.

Esseri informi, ibridi
sarebbe dunque questa la vostra pena
che ci sia un posto per tutti sotto il sole
e sopravvivere a ciò che unico appariva
degno di essere vissuto?

Sarete sempre fuori gioco:
scendendo a patti con voi stessi
non vi abbandonerete mai, abbagliati
occhi radiosi, bocche riarse, ventre di fuoco
al carnaio benefico.

Avete troppo da fare nei cimiteri della storia
avete troppo da pensare
nella vostra povera testa pesante
troppo da dire con le vostre labbra amare
aperte su tutte le incoerenze.

Avete anche
troppi tesori da sprecare
in quelle mani eternamente vuote.
Esseri informi… ibridi
voi non sapete ancora
che solo l’attimo vuol essere vissuto
preferite allungare i miracoli
che non dovete che a noi.
Quanto vi resta da esistere
scorre come la sabbia tra le dita
e voi lasciate fare
immobili
oppure affrettate la rovina
al ritmo scosso di pupazzi meccanici
oppure insistete fortemente
con tutto il peso di una ragione lungimirante
con tutto il peso di una saggezza pertinente.

Sì le vostre lacrime chiamano il riso.
Se non sapete fin d’ora
“ guidare il carro e l’aratro sopra le ossa
dei morti “
è solo perché fra poco
il nostro inferno coprirà l’universo:
fuoco dal cielo
schianti dalla terra
lava bollente
gemme preziose
vi colpiranno al cuore
in un caos sonoro, assurdo e scintillante.


 Laure pseudonimo di Colette Peignot 1903 – 1938
Poema scritto dopo un viaggio in Catalogna e
a Barcellona nell’ottobre del 1936



 Monumento ai caduti Lecco

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